Recensione – Spremuta di aringhe – Alessandro Peligra

Non sono uno scrittore, anche se in alcuni momenti della vita avrei desiderato esserlo.
Credo, contro i miei interessi, di essere solo una persona ingenua, troppo innamorata delle idee.

Scheda Tecnica

  • Titolo: Spremuta di aringhe
  • Sottotitolo: E altre storie brevi
  • Autore: Alessandro Peligra
  • Editore: Porto Seguro
  • Data pubblicazione: 15 dicembre 2021
  • Genere: Racconti brevi, narrativa contemporanea
  • Copertina flessibile: 160 pagine
  • Cartaceo: 14,90 euro

Trama

Spremuta di aringhe e altre storie brevi è una inaspettata raccolta di racconti che, con grande maestria, si destreggia tra il fatale amore e l’ambiguità della morte. Tra un uomo ormai sposato che ritrova il suo primo amore in circostanze surreali, la storia vera di una donna che muore tre volte (o forse più?) e una serata mistica nel deserto, passando per la macabra leggenda di uno dei più grandi musicisti della storia e la storia di un anziano e rispettato gentiluomo che si trasforma in una belva vendicativa, fino una spedizione alpina che, dalla tragedia, fa nascere una fiaba e, infine, alle riflessioni della storia a sorpresa che dà il titolo all’intera raccolta. Alessandro Peligra, seppur alla sua prima fatica letteraria, tra le sue righe ci mostra una profonda conoscenza e consapevolezza del mondo circostante e del suo stile letterario.

Recensione

Resto solo la terribile, inquietante sensazione di incompletezza. Di aver lasciato le cose a metà, anche quando neanche si erano iniziate. Di aver trascurato quel vuoto di tempo, anche quando non si è fatto nulla tutta la vita per cercare di riempirlo. Ciò che rimane è pigrizia, l’orribile consapevolezza di aver sprecato occasioni, di aver perso troppo tempo.

Benvenuti fanciulli in questa nuova recensione dedicata alla raccolta di racconti di Alessandro Peligra che decide di entrare a gamba tesa in questo blog abituato a pucciosi incontri e perseveranti romanticismi. L’autore ci propone una serie di spaccati sociali che identificato stati d’animo fin troppo evidenti in noi. Tra la continua sensazione di inadeguatezza, al susseguirsi di efferate azioni atte a farci sentire utili verso coloro che ci circondano. Una serie di idee, pensieri e azioni fin troppo comuni ma amplificati nell’assurdo.

«Lo so , Morgana. Lo so…» dissi io. «Il mondo è sempre stato un posto ostile per le persone discrete. Ma non pensiamoci ora, raccontami qualcosa di te.»

Passando dalle storie più disparate, toccheremo temi che oscillano tra quotidiano e ideologico, inizio e fine, amore e morte, rimanendo incollati a quel senso di follia che spero sempre di toccare attraverso i racconti. Mi rendo palesemente conto, che proporre dei racconti brevi, di un certo impatto, sia estremamente difficile ma Alessandro ha le giuste basi per stupire. Sicuramente non di facile, o immediata interpretazione, tanto da rileggerli più volte per comprenderli, resta una delle ultime opere che ha stuzzicato il mio intelletto. Mi sono sentita stimolata alla riflessione, obiettivo primario (secondo me) dei libri.

«Abbiamo tutti voglia di vomitare, Artù, non sei diverso da tanti altri. Capita che ci sembri tutto sbagliato, che la nostra vita sia sbagliata, che non facciamo abbastanza o che abbiamo fatto solo scelte sbagliate, che le persone che abbiamo incontrato non siano come vorremmo, e così via. Ma è solo un periodo, più o meno lungo, per un motivo molto semplice: l’uomo non è fatto per essere statico, neanche con le cose belle, con i pensieri belli o con la serenità. Anzi, abbiamo quasi l’impressione che ci sia qualcosa di sbagliato nello stare bene.»

Un stile molto eclettico e dalla chiave di lettura decifrabile da coloro che riescono a leggere tra le righe, risulta adatto a tutti i lettori annoiati dalla vita, pigramente convinti di sapere tutto e desidero di trovare la “logica” in ogni cosa. Una specie di rompi capo cartaceo ahahaha. Nota di merito per gli intermezzi, tipicamente poetici e malinconici al punto giusto. Consigliato.

Solo cadendo dal nido
si misura l’altezza
fra le paure
e il bisogno di nuotare.

Alla prossima dalla vostra CAPPELLAIA MATTA.

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