Recensione – Non c’è tempo per la nostalgia – Paola D’Aurizio

[Non è freddezza, semplicemente non mi piace spiattellare in faccia alla gente che mi circonda ciò che di più profondo si nasconde in me: alle volte lo si scopre, altre volte rimane bloccato lì, fermo, nella perenne speranza che qualcuno riesca finalmente a smuoverlo. E lui c’era riuscito…senza fare nella. Aveva trovato la mia chiave di lettura prendendo a spallate la porta.]

Buongiorno fanciulli, oggi ci cimentiamo con una recensione molto particolare. Perché? Rimanete sintonizzati….

In primis ringrazio la Viola Editrice per la disponibilità per questa collaborazione molto curiosa. In questo momento state sicuramente pensando “Palma, ma arrivi al sodo, sì o no?”. Ok fanciulli facciamo le persone serie.

Scheda Tecnica

Trama

In una Roma lontanissima dallo splendore antico dei monumenti e delle chiese, violenta, dimenticata e spesso evitata, si intrecciano in modo profondo e imprevedibile le vite di Carole, studentessa universitaria, romantica e sognatrice e di Wojciech, ragazzo dal passato oscuro che vive di espedienti nella metropoli nera. I due, distanti per vissuto ed esperienze, sembrano completarsi in modo naturale e spontaneo, pur nelle loro profonde differenze, accomunati da un desiderio di sciogliere i nodi che si portano dentro e riprendere appieno in mano le loro vite, incamminandosi assieme lungo la dolorosa e pericolosa strada della riconciliazione con se stessi. Presto però capiranno che il passato e i segreti che custodisce, sono un fardello troppo pesante da reggere e verranno messi a dura prova la loro resistenza e i loro stessi sentimenti, cadendo in una opprimente rete che li costringerà ad affrontare, forse finalmente pronti, tutte le loro paure più profonde.

Recensione

[Casa è dove puoi smettere di pensare e concederti il lusso di dormire. Sono alla perenne ricerca di qualcosa, di qualcuno, odio le etichette ma muoio nella contraddizione di trovare quelle che meglio mi si addicano.]

Questo libro ha veramente sorpreso le mie aspettative ricordandomi un pilastro della mia vita che vale sia per i libri che per le persone.

Mai giudicare un libro dalla copertina.

In questa circostanza il mio primo pensiero, appena ho notato la direzione intrapresa dalla storia, è stato…“ma, dove? Cosa è successo? Perché?”. Nel mio immaginario, assaporando la trama, ero proiettata su una storia easy tra due giovani, argomentato da un passato parallelo e proporzionato alle loro giovani età.

Ma…è tutto tranne questo…

Carole è una ragazza comune, studentessa universitaria a Roma, socievole ma sempre pronta a mettere dei margini alle persone, paletti che aiutano la sua persona a non soffrire.

Dedita alla quotidianità scandita da azioni precise e calcolate nel tempo, sottolineato da un posto speciale che aiuta Carole ad allontanarsi da problemi e situazioni. Un luogo incontaminato da malesseri e persone, dove vagare con la mente è di diritto.

[Vorrei poter leggere dentro la testa della gente che incontro, sentire ciò che sentono loro e sperimentare il vero significato dell’empatia, una parola così fortemente abusata di questi tempi anche da chi non ha la minima idea di cosa sia la sensibilità.]

Capiamo subito la grande complessità caratteriale di Carole, riflessa da ragionamenti molto profondi e, in alcuni casi, complessi per occhi poco attenti e inesperti.

[E fu proprio così.
Quando ci si ritrova a soffrire molto nel corso della vita, dopo aver superato una grande difficoltà, pur di non riviverla si farebbe qualunque cosa. Preferiamo tarparci le ali e chiudere gli occhi, non vedere oltre il nostro naso e non goderci le sensazioni, nemmeno quelle buone, se è quello il prezzo da pagare.]

Il protagonista maschile, invece, è Wojciech che viene descritto come solitario e pieno di malinconia dovuto al suo passato burrascoso e difficile sia da gestire che da narrare. Un personaggio che racchiude dentro di sé aspetti molto contradditori e azioni che vi lasceranno, la maggio parte delle volte, spaesati senza sapere mai cosa li passa nella testa e non perché Paola non ha saputo descrivere il suo pensiero ma proprio per la sua complessità caratteriale.

Una storia che racchiude un vortice di eventi che lasceranno spazio a tensioni e paure, una corsa contro il tempo pieno di paure e riflessioni. Sto evitando in tutti i modi di non narrare dettagli rilevanti e soprattutto spoiler troppo evidenti ma posso dirvi che la storia in questione è tutto tranne che semplice.

Oltre alla narrazione in sé, notiamo anche la prosa piena di momenti di pausa dedicati sia al pensiero della protagonista in merito a delle situazioni ma, soprattutto, alcuni momenti dove la persona che narra (secondo il mio parere) è la stessa mente della scrittrice che snocciola delle perle che possono servire sia per la narrazione ma, in primis, a noi stessi.

Un libro molto forte e dall’impronta inaspettata. Naturalmente, dopo la chiacchierata con l’autrice su alcune mie perplessità (domande lasciate in sospeso e finale aperto), ho scoperto che questo è il primo volume di una serie quindi partite con il pensiero che molti dettagli sono volutamente lasciati in sospeso.

Non c’è tempo per la nostalgia dimostra quanto la vita correre e non si ferma mai difronte alle nostre avversità. Siamo succubi delle nostre azioni, più o meno belle, che rispecchiano il nostro carattere vero e interiore. Un libro molto introspettivo che vi lascerà molte domande psicologiche ma, ricordatevi che se un libro vi lascia delle domande vuol dire che ha fatto il suo dovere.

Un libro dove Paola è riuscita a riunire la sua più grande passione: la psicologia. Apprezzato e super contenta di averlo letto.

Consiglio questo libro? Sì, sperando anche in un imminente seguito.

Un bacio dalla vostra CAPPELLAIA MATTA,
Palma.

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