Recensione – Questo pazzo pazzo amore – Sophie Cousens

“Questo pazzo pazzo amore” di Sophie Cousens è uno di quei romanzi che, se non avessi trovato in promo al supermercato, non avrei mai comprato… sbagliando (soprassediamo sul fatto che compro libri al supermercato, grazie). Questo libro è iniziato un po’ in sordina, infatti non mi ha preso sin da subito e Minnie, la protagonista, non mi piaceva affatto, impacciata, lamentosa, piagnucolona… un disastro!

  • Titolo: Questo pazzo pazzo amore
  • Autore: Sophie Cousens
  • Editore: ‎Newton Compton Editori
  • Data pubblicazione: 27 maggio 2021
  • Genere: Romanzo rosa
  • Pagine: 384
  • Cartaceo: 9,40 euro
  • Ebook: 5,99 euro
  • Kindle Unlimited: disponibile

Quante possibilità ci sono di incontrare l’anima gemella? Quinn e Minnie sono nati insieme, ma non potrebbero essere più diversi. Dopo trent’anni adesso stanno per incontrarsi di nuovo… Minnie Cooper sa con certezza due cose: che il suo compleanno, che cade il primo giorno dell’anno, è sfortunato; e che la causa di tutto è Quinn Hamilton, che non ha mai incontrato. Le loro madri li hanno partoriti nello stesso ospedale subito dopo la mezzanotte dell’ultimo giorno dell’anno, ma Quinn è comparso su tutti i giornali per essere stato il primo bambino nato a Londra nel 1990 e a lui è andato il tradizionale premio in denaro. Come se non bastasse, ha ottenuto anche il nome destinato a Minnie. Quando lei si imbatte casualmente in Quinn a una festa di Capodanno, si convince più che mai che la fortuna abbia continuato a favorirlo: lui è diventato un affascinante imprenditore di successo, mentre lei sta seriamente rischiando di finire sul lastrico e perdere tutto ciò che ha. Ma se Quinn e Minnie appartengono a mondi tanto diversi, perché continuano a incappare l’uno nell’altra? E perché ogni volta sentono quella irresistibile attrazione, come se una misteriosa forza unisse i loro destini?

Una ragazza che si definisce iellata ma che in realtà è solo distratta e goffa, di quelle che camminano fissando il cellulare e si meravigliano quando vanno a sbattere contro qualcuno, che escono con il cappotto e lo lasciano su un tram, con le chiavi di casa in tasca o che non ricaricano il cellulare e si stupiscono quando si spegne, dando la colpa non alla propria sbadataggine ma alla sfiga, che non c’entra davvero nulla! Poi, però, pian piano… le cose sono cambiate. Come? Così: 

Cosa mi è piaciuto di più:

1. È un libro sulle profezie che si auto-avverano: ci fa capire come siamo realmente noi gli artefici del nostro destino, se crediamo di essere sfortunati finiremo col diventarlo davvero e viceversa, ovviamente un ruolo fondamentale lo gioca anche l’ambiente e la famiglia dove viviamo. Minnie si è sentita dire dalla madre, sin dal primo vagito, che è nata sfortunata e, ovviamente, se ne è convinta. 

“《È nata sfortunata questa qui, aveva decretato Connie, china aul tombino. 《A una Quinn Cooper non sarebbe mai successo!》”

2. Nel libro sono presenti tante metafore e similitudini simpatiche, carine, a volte divertenti altre romantiche, che creano immagini uniche, in questo Sophie si è dimostrata una scrittrice ricca di fantasia.

“Leila non si vestiva certo in maniera sobria, quasi tutto il suo guardaroba era più colorato della sua caleidoscopica capigliatura. Era come un bambino che insiste nell’utilizzare tutti i pennarelli nella scatola”.

3. Tutti i personaggi sono davvero ben caratterizzati, anche quelli che incontriamo per poche righe, Sophie riesce a inquadrarli perfettamente, come il coinquilino di Greg o Lucy. 

4. Non esistono veri antagonisti, tutti i personaggi sono abbastanza grigi, hanno luci e ombre e, anche se alcuni ci sembrano “negativi” con il tempo Sophie ci farà scoprire l’altra faccia della medaglia. Insomma, non esistono persone malvagie ma solo persone che si incontrano nel momento sbagliato o che non sono compatibili. 

5. Il libro dondola fra salti temporali e cambio di POV, alternandosi fra Minnie e Quinn e fra passato e presente. Questo potrebbe sembrare confusionario ma non lo è, anzi, è stato gestito molto bene e il lettore ha una visione quasi a 360° su tutta la storia. 

6. Il linguaggio è molto lirico, forse lo avrei preferito un po’ più incalzante ma, dopo i primi capitoli ci si abitua e diventa davvero piacevole. Non mancano, poi, momenti di comicità, descrizioni pittoresche, dialoghi frizzanti, riflessioni profonde, che spesso vengono alleggerite da qualche frase spiritosa, insomma uno stile che mi è piaciuto. 

“È un semplice flacone creato per contenere dello shampoo per un mese o due, ma probabilmente girerà per il pianeta molto più a lungo di me. Tra trent’anni io sarò morta e di me si ricorderanno i miei figli, forse perfino i nipoti, ma dopo? Dopo non resterà proprio traccia del mio passaggio. Invece quel flacone di shampoo continuerà a esistere da qualche parte […]”

7. Non mi innamoro facilmente dei personaggi, non sono quel tipo di lettrice che si prende una cotta per tutti i bellimbusti che girano nei romance ma Quinn… Quinn mi ha colpito al cuore sin dai primi capitoli. 

“Alzò gli occhi verso Quinn che avviò l’accensione e si allontanò dal marciapiede. Quando sorrise, una serie di piccole rughe si irradiarono intorno agli occhi e le più ostinate rimasero anche dopo, quando smise di sorridere, come se, sapendo che presto ci sarebbe stato ancora bisogno di loro, ritenessero poco sensato andar via. C’era qualcosa di caloroso e familiare sul suo viso, anche se non sapeva spiegare cosa”.

Ho empatizzato subito con lui (meno con Minnie), mi sono riconosciuta in tante frasi, modi di fare, scelte di vita… Quinn Hamilton se esisti, chiamami! Il mio numero è 333… 

“《Tu non sai niente della mia vita, Minnie, e tutta questa manfrina da bistrattata della classe operaia è profondamente sgradevole》
《Non ho bisogno che mi trovi gradevole》, ribatté Minnie.
《Penso sia meglio che tu vada》, concluse Quinn […] 《e cerca di non rompere niente mentre esci》.

8. Ho amato come ci ha permesso di conoscere i personaggi non tramite fredde descrizioni ma facendoci vivere, grazie a dei flashback, ciò che loro hanno vissuto, mostrando e non dicendo. Questa forse è stata la cosa che mi è piaciuta di più. Quinn e Minnie potevano raccontarsi ma sarebbe stato noioso, invece così tutto è stato reso più interessante. Aggiungo anche che, secondo me, uno degli obiettivi di Sophie era quello di dimostrare che spesso l’apparenza inganna e ci è riuscita benissimo. Noi lettori, come Minnie, siamo portati a farci una determinata idea su tutti i personaggi e, soprattutto verso la fine del libro, Sophie riesce a confutare ogni ipotesi. 

9. La crescita dei personaggi, specialmente di Minnie ma in realtà di tutti, anche delle “comparse” oserei dire, è impressionante. Ognuno di loro compie un cammino che lo porterà a diventare altro, a migliorare, a evolversi, tutto questo grazie all’amore verso se stessi, che sia un amore ritrovato attraverso una terapia o tramite una torta salata non importa, l’importante è mettersi al primo posto. Se all’inizio Sophie ci mostra come noi siamo il risultato di ciò che abbiamo subito, andando avanti ci dimostra che possiamo essere molto di più e diventare il risultato di ciò che desideriamo.

10. Il mio personaggio preferito, comunque, è Leila! Se proprio non posso avere Quinn, datemi almeno una migliore amica così! Io ne ho bisogno! Una ragazza che veste anni ’50 con capelli arcobaleno si abbina perfettamente al mio stile! Ma poi, che amica! Sempre presente, sempre pronta a tirarti su di morale, ad aiutarti, a starti accanto, anche a litigare e mandarti a quel paese quando ce n’è bisogno ma sincera e che ti vuole bene davvero. Io penso che con una amica del genere al proprio fianco, chiunque potrebbe conquistare il mondo. Altro personaggio strutturato molto, ma davvero molto, bene è Fleur, anzi, io al posto di Sophie penserei ad un bel libro dedicato alla vita, assolutamente misteriosa e sopra le righe, di questa magica ragazza. 

Cosa …meno:

1. Purtroppo, sebbene lo stile di Sophie tutto sommato mi piaccia, ci sono davvero troppe spiegazioni lunghe e inutili che, fossi stata io l’editor, avrei suggerito di tagliare o ridurre. 

2. Ci sono anche scene un po’ irrealistiche. Troppe volte in pieno inverno, a Londra, Minnie si ritrova a gironzolare mezza nuda, dimenticando il cappotto da qualche parte. Io sono del sud, i miei inverni non vanno oltre i 10 gradi e vivo in simbiosi con il mio piumino, come si fa a Londra con una temperatura che oscilla fra i 2 e i 6 gradi, a girovagare con…

“Minnie aveva appallottolato la camicetta fradicia nella borsa e ora indossava solo una canottierina grigia con le spalline sottili” ?

La prima regola che mi è stata insegnata è che quello che scrivo deve essere realistico. Verosimilmente la maggior parte delle persone, specialmente quelle che vivono in case molto piccole, fanno il cambio di stagione e quindi non è molto realistico se, come prima cosa nell’armadio, in pieno inverno, peschi un pantaloncino e un top estivi, tranne se hai una cabina armadio di 100 m² e fai spesso spola tra Londra e le Canarie e non è questo il caso. 

3. Anche alcune conversazioni sono irrealistiche. Se due persone stanno insieme da 5 mesi ci si aspetta che di determinati, importanti, argomenti abbiano già parlato. Beh, non Minnie e Greg. In realtà Sophie usa il dialogo per spiegare qualcosa al lettore ma questo è un errore, perché nella realtà due persone nella stessa posizione non si esprimerebbero mai così. 

“《Bene, a quanto pare hai passato la mezzanotte senza trasformarti in una zucca o qualunque cosa temessi.》
《La jella non si esaurisce a mezzanotte, ma dura fino all’alba e per tutta la giornata del 1° gennaio. E la mia preoccupazione non è di “trasformarmi in una zucca”, ma che qualcuno mi vomiti addosso o di perdere il cappotto sull’autobus venendo qui. Sono solo sfortunata a Capodanno》.”

4. Ci sono alcune scene incoerenti, tipo quando Minnie scopre che il ragazzo con il quale sta parlando è nato il suo stesso giorno ma, qualche pagina prima questa informazione le era stata già data, da un personaggio secondario, e lei non aveva battuto ciglio mentre dopo, quando a rivelarlo è lui, è tutta sorpresa. La stessa cosa succede con delle compresse che, in poche righe, passano da tre a due. Problemi di memoria, di concentrazione o di editing? 

5. Ogni capitolo ha, come titolo, la data in cui ci troviamo, è molto carino e anche funzionale ma… in caso di date uguali avrei trovato una soluzione, perché a volte questa cosa crea un po’ di confusione, magari bastava aggiungere una piccola descrizione sotto o, ad esempio “il 31 dicembre 2019 di Minnie” – “il 31 dicembre 2019 di Quinn”.

6. So che il libro è principalmente incentrato su Minnie ma mi sarebbe davvero piaciuto sapere qualcosa di più su Quinn, sul suo passato viene sviscerato quasi tutto ma sul presente? Su cosa fa lui, mentre Minnie risorge dalle sue ceneri? Qualche descrizione in meno e qualche capitolo in più su Quinn l’avrei trovato molto interessante. 

Infine posso dirvi che di certo non è il classico romance, anzi, per essere un romance è decisamente atipico, non ci sono scene spicy (anche se forse una ce la saremmo meritata), è molto originale, profondo, affronta tematiche varie, dall’ecologia, alla terapia psicologica, dall’amicizia, alla famiglia, dall’amore alla crescita personale. Lo consiglio davvero a tutt* coloro che sono alla ricerca di un romance meno stucchevole degli altri, che vi dia messaggi positivi, spronandovi a fare qualcosa di bello per voi stess*, che vi faccia sognare, emozionare e ridere di gusto.

@raffaella_iannece_bonora

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