Recensione – Tra le braccia di un mostro – Morgana De Lioncourt

Quasi non mi ricordo più di te.
Eri un esperimento.
Mi hai dato il primo assaggio di crudeltà.
Mi è piaciuto,
lo avrei cercato ancora.

Scheda Tecnica

  • Titolo: Tra le braccia di un mostro
  • Autore: Morgana De Lioncourt
  • Editore: ‎Dark Abyss
  • Collana: Marie Catherine Leveau
  • Data pubblicazione: 16 novembre 2021
  • Genere: Poesie
  • Copertina flessibile: ‎70 pagine
  • Cartaceo: 11,87 euro
  • Ebook: 2,99 euro
  • Kindle Unlimited: disponibile

Trama

Una raccolta di poesie quasi da intendersi come lettere, dedicate a coloro che infliggono ferite. Sono schegge, hanno la bellezza perfetta dei testi sottoposti al cesello esperto di chi riflette su ogni singola parola e ne padroneggia l’anima, al contempo hanno il potenziale lacerante di ciò che è affilato. Una spina, un graffio, un ramo contundente, una ferita difficile da far guarire. Uno sprazzo nella foresta privata che è la vita dell’Autrice.

Recensione

Quante volte abbiamo desiderato escludere tutte le nostre paure, insicurezze e momenti toccanti, al punto da far finta di nulla? Personalmente, molto di più del normale. La gente ci tocca, ci osserva, ci contamina e ci cambia, nel bene o nel male dipende solo da noi. Ecco perché vi consiglio di approcciarvi alla raccolta di pensieri di Morgana De Lioncourt. Essendo una breve raccolta, catalogata come poesie, ci tengo a specificare il mio pensiero e cosa potrà lasciarvi, dopo la sua lettura.

Ogni tanto sei curiosa di sapere come ti va la vita.
Solo per ringraziare
ancora una volta
di esserne uscita.
Non sono più così masochista.

Tra le braccia di un mostro è uno spaccato di realtà, il narrare di una voce sofferta e trascinata da tutto il male ricevuto senza il suo permesso. Un richiamo al lasciarsi andare e riuscire a guardare il nostro passato senza l’ansia di un attacco di panico. Si parla di tutte quelle figure di “dolore” inflitto, che si traduce in realtà. Come ci cambia il male? Possiamo ritrovare noi stessi? È possibile capire e descrivere la sofferenza?

[…] Eri un membro della famiglia
e io ti avevo adottato.
A volte vorrei solo che ne avessi la consapevolezza.

Una raccolta di pensieri, narrati come un diario tra descrizioni di fiori ed eventi, che ricordano quanto le cose brutte, incidono sulla nostra vista, udito e umore. Anche l’osservare la pianta più bella, il cuore tende a leggere le ombre, il veleno che scorre nel gambo e tutti i modi possibili per usare il suo estratto, a proprio favore. Un continuo dubitare di noi, ricerca di certezze e nuove identità obiettive.

L’autrice è diretta, dedicando un ruolo fondamentale al “mostro” riconducibile solo agli estranei…o forse no…siamo certi che solo la gente lontana dal nostro cerchio, possa veramente colpirci? Oppure anche le persone più insospettabili, si riducono a petali marci intorno a noi? Un continuo dubitare, pensare e decifrare, ogni movenza, ogni dettaglio, ogni parola ed ogni carenza invadente. L’obiettivo primario è avvicinare e unire chi quel male lo conosce troppo bene, e chi, non comprende le paure di alcune persone. Renderci empatici, non è un difetto ma un enorme ed immenso…vivere…

Consiglio l’opera a coloro che non hanno paura di scoprire e rimanere colpiti. A tutti quei cuori che vogliono un nuovo inizio.

Alla prossima dalla vostra CAPPELLAIA MATTA.

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