Recensione – La pupilla irriverente – Rita Mariconda

Salut Etoile! Oggi vi parlerò di un libro che appartiene ad uno dei miei generi preferiti: il regency!
“La pupilla irriverente” è un romanzo di Rita Mariconda targato Queen edizioni e pubblicato nel 2019.
In ordine…la prima cosa che ho apprezzato è stata la frase iniziale di Massimo Troisi, certo non in linea col genere, ma decisamente in linea col concetto di amore:

L’amore è quella cosa che tu sei da una parte, lui dall’altra, e gli sconosciuti si accorgono che vi amate. Chest’è.

Scheda Tecnica

Trama

Rebecca, figlia illegittima della duchessa St. John, è l’unica erede dell’antico ducato. Costretta contro la sua volontà ad abbandonare l’amata Scozia, si reca a Londra, dove incontra il suo tutore Alexander, il settimo duca di Lennox, un uomo freddo e oscuro. La fiera e solare insolenza di lei si scontrerà con la rigida autorità del bell’aristocratico. Tra i due si accenderà un fuoco inatteso che gli eventi e le situazioni tenteranno di spegnere in ogni modo. Sullo sfondo della tranquilla Londra vittoriana hanno vita gli intrighi che condurranno la ribelle Rebecca e il rude Alexander verso un inevitabile destino.

Biografia

Rita Mariconda, torinese di nascita, vive in provincia di Avellino, dove si è sposata e ha avuto due figlie. La scrittura è arrivata per caso, un metodo antistress e antinoia nei lunghi pomeriggi invernali. Amante della vita in tutte le sue sfumature e degli animali, ha una personalità eclettica che insieme a gusti letterari che spaziano dal thriller al regency passando per il fantasy, riesce a infondere nei suoi personaggi creando un genere unico.

Recensione

Il libro conquista subito, è scritto davvero bene, non annoia, anzi, è molto avvincente sin dalle prime righe, anche i personaggi sono ben descritti e ben caratterizzati, non solo i protagonisti ma anche quelli di contorno, personalmente ho fatto confusione solo sul colore dei capelli di Rebecca, protagonista femminile del romanzo che dovrebbe avere una chioma rossa ma, nelle prime pagine leggiamo “colore brunito” seguito da “come le foglie d’autunno” e quindi ero convinta che fosse castana, un castano caldo ma sempre verso il marrone, siccome l’aggettivo brunito si usa per descrivere un colore che, per l’appunto, va verso il bruno, come la pelle abbronzata e le foglie d’autunno vanno dal giallo al rosso, dall’arancio al castano e molte sono proprio marroni:

Mary si girò a guardare la sua bambina: una massa di ricci morbidi le cadeva sulle spalle esili, erano di un colore brunito, dalle mille sfumature delle foglie d’autunno. (pag.16)

Rebecca scese le scale nel suo nuovo completo da amazzone verde scuro, che faceva risaltare il rosso dei suoi capelli (pag.151)

Chi è Rebecca? Senza spoiler vi dico che Rebecca è una ragazza nobile ma, essendo figlia illegittima, è stata cresciuta lontana da Londra, in Scozia, con una zia in un cottage di campagna… e non ha nulla delle duchesse della capitale. È ribelle, autonoma, forte, caparbia… ma un bel giorno, per motivi che scoprirete leggendo, verrà chiamata a corte e posta sotto il rigido controllo di un duca, Alexander, nobiluomo duro, freddo, insensibile, distaccato, severo, che non ha la più pallida intenzione di assecondare i capricci e le cattive abitudini della sua pupilla.

Alexander, in seguito a eventi drammatici accaduti durante la sua giovane vita, aveva fatto del rischio la propria filosofia. Per lui tutto doveva essere vissuto all’estremo: allenamenti, boxe, missioni pericolose; se fosse morto e causa della sua avventatezza, suo fratello avrebbe ereditato quel dannato titolo e lui si sarebbe finalmente liberato della sua maledizione.

Intorno ai due protagonisti si muovono tanti altri personaggi di cui vi innamorerete, il mio preferito è stato senz’altro Daniel, amico di Alexander, immagine perfetta di un dandy dissoluto dell’epoca ma che si rivelerà molto più profondo di quanto voglia far credere.

Storia a parte, ho apprezzato molto l’accuratezza storica, il libro è ambientato in età vittoriana e. come tutti sappiamo, fu l’epoca forse più rivoluzionaria della storia inglese siccome la regina Vittoria e suo marito Albert, apportarono tanti cambiamenti all’assetto della città, cambiamenti che la scrittrice conosce e inserisce fra le pagine del romanzo:

Da quando, nel 1858, il parlamento inglese aveva approvato il progetto di Joseph Bazalgette per dotare la città di una rete fognaria, nelle case più lussuose dei nobili erano state costruite vere e proprie camere da bagno fornite di acqua corrente […]

Le descrizioni, poi, sono superlative, sia quelle dei personaggi, come vi dicevo pocanzi, dove con poche parole l’autrice riesce a farci capire di fronte a chi ci troviamo, sia quelle dei luoghi, ve ne riporto un esempio:

La città si trovava sulla costa orientale della Scozia, dislocata sulla riva meridionale del Firth of Forth, a circa novanta miglia da Dundee. Rebecca era innamorata di quel luogo che sorgeva su sette colli: il suo preferito era Casle Rock, dove si ergeva il castello, il bellissimo maniero che dominava la città a cui aveva dato il nome. Il centro di Edimburgo era diviso a metà da dei giardini; la strada principale, un rettilineo lungo circa un miglio, collegava il castello all’abbazia; era la via più frequentata sia dai nobili locali, che adoravano passeggiare e fare acquisti, sia dagli abitanti che dai venditori ambulanti.

Nel romanzo non mandano parti davvero divertenti, mi sono emozionata, mi sono innervosita insieme a Rebecca, ma ho anche riso tantissimo! È un romanzo ben bilanciato, che unisce suspense, batticuori e risate e, sebbene tutto giri intorno ad una storia d’amore, non è mai stucchevole, non è mai troppo romantico anzi, di romanticismo ce n’è davvero poco, il che è un punto a favore.

«Alex, sembra che sia stato tu a portare il cavallo sulle tue spalle, non il contrario», sghignazzò Julian. «Ho notato il ritorno solitario di King, non ti sopporta più nemmeno lui?»

Mi è piaciuto tutto, tutto, tutto? Hem… no. Qualcosa non mi ha convinta ma sono piccolezze… e ve le mostro.

Quella sera il caldo era ancora più insopportabile del solito, così, incurante del fatto che il duca glielo avesse vietato, decise di non indossare la vestaglia e si avviò scalza verso lo studio, attraversando la casa immersa nel silenzio più assoluto.

Ovviamente parti come questa servono a comunicare l’insolenza di Rebecca ma anche a far sì che accadano certe scenette ma… vista l’epoca le ho trovate moooolto improbabili. A parte che dubito che a Londra faccia mai così caldo e che le camicie da notte, per quanto leggere, all’epoca fossero semi trasparenti… ma poi, per quanto una ragazza fosse ribelle, all’epoca il senso del pudore era altissimo!

«Vostra Arroganza, se non volete che vi stritoli tutta la mano facendovi piegare dal dolore, gradirei che finissimo questo eterno valzer nel più assoluto silenzio, grazie» Non parlarono più, ma si guardarono in cagnesco, ognuno immerso nei propri pensieri.

Molte scene, molti avvenimenti come questo, vi ricorderanno un po’ La Bella e la Bestia, anche se in questo caso la bestia è un duca bellissimo con gli occhi ghiaccio ma, visto il suo atteggiamento, la parola Bestia gli si addice. Ovviamente come ogni bestia che si rispetti, anche lui è stato colpito da una maledizione che lo ha trasformato da uomo amabile a essere insopportabile e, anche questo, lo scoprirete durante la lettura, con tanto di colpo di scena finale.

Il romanzo è comunque corposo e, purtroppo, la velocità iniziale, ad un certo punto si perde, il ritmo rallenta, i dettagli sono tanti e, ad un certo punto, ho fatto un po’ di fatica ad andare avanti, alcune parti superflue, anche se belle, forse potevano essere tagliate per rendere la narrazione più scorrevole.

Infine… il finale.

Come vi anticipavo sul finale c’è davvero un bellissimo colpo di scena ma… prima del finale avviene una cosa che non posso spoilerarvi ma è molto maschilista ed anche molto brutta e, secondo me, fa passare un messaggio d’amore totalmente sbagliato, quasi tossico, e questa è stata l’unica cosa che davvero non mi è piaciuta, anche perché è incoerente rispetto al carattere di Rebecca. La Rebecca che abbiamo conosciuto per 300 pagine, in una situazione simile, avrebbe puntato un coltello alla gola di chiunque avesse provato a fare una cosa simile, una Rebecca remissiva non è credibile… soprattutto perché certe cose, all’epoca, erano importantissime.

Tolti questi pochissimi nei, per il resto, se amate i regency, vi consiglio “La pupilla irriverente” e spero di leggere altri volumi della scrittrice.

@raffaella_iannecebonora_author

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