Recensione – Scrivimi – Riccardo Bertoldi

Buongiorno lettori nella recensione di oggi voglio parlarvi di “Scrivimi (magari ti amo ancora)” di Riccardo Bertoldi, uno scrittore che ho conosciuto in rete tramite l’intersezione di un post su Instagram e che mi ha fatto scoprire una delle letture più belle nel vastissimo panorama dei romanzi rosa. Dopo “Resti?” e “Abbiamo un bacio in sospeso io e te”, “Scrivimi” è il terzo romanzo dell’autore pubblicato da Rizzoli nel 2021. Un libro che esorta ad inseguire i propri sogni, anche quelli che definiamo di “poco conto” perché difficili da realizzare, e che è dedicato a tutte le donne soprattutto a quelle che non hanno ancora trovato l’amore e che, per una ragione o per un’altra, hanno smesso di crederci.

Scheda Tecnica

  • Titolo: Scrivimi
  • Sottotitolo: (Magari ti amo ancora)
  • Autore: Riccardo Bertoldi
  • Editore: ‎Rizzoli
  • Data pubblicazione: 2 febbraio 2021
  • Genere: Romanzo rosa
  • Copertina flessibile: ‎350 pagine
  • Cartaceo: 17,10 euro
  • Ebook: 6,99 euro

Trama

“Parlami dei tuoi sbagli, perché è di questo che siamo fatti: di quei piccoli errori che ci hanno spinti a uscire di strada. Quante volte ti sei accontentata di un mezzo sorriso? Quanti desideri hai chiuso nel cassetto e hai scordato di coccolare?”. Elisabetta e Alessandro sono sposati da anni, ma il fuoco che c’era tra loro pare ormai quasi spento. Non riescono a immaginarsi l’uno senza l’altra, eppure a un certo punto hanno cominciato ad allontanarsi, hanno smesso di guardarsi negli occhi. E all’improvviso si sono ritrovati troppo distanti per prendersi di nuovo per mano. Quello di Lorenzo e Beatrice è un amore fatto di voci e di canzoni: si sono conosciuti una sera di luglio, sulle note di una chitarra, e d’un tratto hanno capito di non essere più soli. Sono giovani, hanno la vita davanti e tanti sogni nel cassetto. Ma è proprio per inseguire uno di questi che le loro strade rischiano di dividersi. Senza un futuro insieme, come si fa a immaginare l’amore? Due coppie, due storie parallele e opposte che si sfiorano per caso in due diverse stagioni della vita. Elisabetta, Alessandro, Beatrice e Lorenzo hanno smesso di ascoltarsi, ma per uno strano caso del destino cominciano a scriversi. Grazie alle parole, i sentimenti torneranno a galla più forti di prima e loro, finalmente, troveranno il coraggio di seguire il cuore. Perché innamorarsi è come sognare: non c’è un tempo giusto per farlo, l’importante è non smettere mai.

Recensione

Elisabetta e Alessandro hanno vissuto un amore vero, irrazionale, mai scontato, uno di quelli che ti fa venire voglia di uscire a qualsiasi orario, prendere un treno a caso e compiere l’ennesima follia senza nemmeno un briciolo d’esitazione. Con il passare degli anni però qualcosa è cambiato e i due hanno iniziato ad allontanarsi nel timore più comune di conoscersi da così tanto tempo da non avere più niente da scoprire. Il destino che vent’anni prima li ha fatti incontrare – un gioco tra due sconosciuti iniziato per caso – sembra convincerli che forse questa non è più la vita che desiderano. Elisabetta si domanda come hanno fatto, lei e suo marito, dopo tanti anni di matrimonio e due figli, a perdersi nella routine della quotidianità e diventare come tutte quelle coppie rotte che, per abitudine e per comodità, si trascinano dietro i resti di un amore ormai stanco; proprio loro che avevano sfidato il mondo pur di stare insieme. E non c’è cosa più triste di sentirsi soli nella stessa stanza, di fare a meno di parlare, di guardarsi negli occhi. Lo sa bene Elisabetta che da tanto tempo si è dimenticata di com’è ascoltare un ti amo all’orecchio, sentirsi desiderata, guardarsi allo specchio e vedersi ancora bella. Nelle pagine di Scrivimi albeggiano le sue paure, il timore di essere arrivata troppo lontano per tornare quella di un tempo. Leggerle è come sfogliare le fotografie di una polaroid, ricordi a cui la protagonista vuole aggrapparsi per ritrovare la voglia di lottare e tenere uniti i pezzi del suo matrimonio. Per riuscirci però Elisabetta ha bisogno di allontanarsi, di perdersi e di mancarsi. Succede a tutti di fare degli errori e smarrire la strada perché non esistono rapporti perfetti ma esiste la voglia di starsi accanto, quella che Elisabetta spera di ritrovare nel luogo dove tutto è cominciato; un viaggio, questo, che le permetterà di riscoprire la cosa più importante di tutte, l’amore per se stessa.

“Innamorati delle tue paure, delle ansie, dei magoni che ti vengono all’improvviso. Delle insicurezze, dei controsensi e dei fantasmi che ti porti dentro. Innamorati di questo. Innamorati di te.”

Il romanzo viene narrato da due punti di vista che si alternano e si intrecciano. Uno, come vi dicevo, è quello di Elisabetta che racconta la sua storia con Alessandro, dal loro primo incontro al momento della rottura. L’altro invece è quello di Lorenzo, un ragazzo fatto di tanti silenzi e poche parole. Lui e Beatrice sono due adolescenti che si affacciano all’amore per la prima volta. Anime sole e fragili ma con un caos di emozioni dentro al cuore ed un mucchio di sogni nel cassetto. A farli innamorare sono le note di una canzone, le parole dette senza pensare, il modo unico che hanno di raccontarsi e il talento di fuggire dalle cose belle per paura di soffrire. Quando si trasferisce a Trento e incontra la ragazza del balcone Lorenzo è una persona ferita che lotta contro i suoi mostri: un trasloco dopo l’altro, una famiglia distrutta e la sensazione di non essere mai abbastanza. Bea invece, un piano sopra al suo, è una sconosciuta senza volto, una voce che Lorenzo ascolta dal balcone della sua camera mentre con la chitarra intona le note di “Non avere paura” di Tommaso Paradiso, una canzone che a ben vedere è l’inizio di tutto.

“Non so come sia avere tra le mani il cuore di qualcuno, prendermi cura del suo sguardo e sentire addosso la responsabilità del suo sorriso. Non so come pensare per due, passeggiare per due, essere felici in due. So solo che quando ti guardo mi fai venire tanta voglia di scoprirlo.”

Mi viene da pensare che dovrebbe essere proprio così l’amore, dovrebbe fare venire voglia di esserci nonostante tutto. I due personaggi sono giovani, innamorati, e questo – l’irrazionalità del loro sentimento – me li ha fatti immaginare come i protagonisti della poesia di Jacques Prevert,  “I ragazzi che si amano”. Lorenzo e Beatrice sono così: non ci sono per nessuno, persi nell’abbagliante splendore del loro primo amore. Eppure questa magia non li tiene al riparo dalle insicurezze della loro giovane età, dai magoni e dalla paura di amare qualcuno per la prima volta; perché, se è vero che da ragazzini ogni emozione è vissuta con un’intensità e un trasporto maggiore, il sentimento che prova la coppia di protagonisti è grande tanto quanto la complessità nel gestirlo.

Due storie d’amore parallele che sembrano non avere niente in comune ma che, a ben vedere, sono uno lo specchio dell’altra. Non sarà che questo breve contatto, un dialogo tra Elisabetta e Lorenzo, a offrire loro la chiave di lettura di cui avevano entrambi bisogno, la password per riordinare il caos che avevano accumulato nel cuore e ricominciare a credere nei propri desideri. L’amore e i sogni sono infatti i temi principali del romanzo. Si parla dell’amore come il sentimento che nasce tra due persone, di quello per se stessi e per i propri sogni. “Scrivimi” è un libro che si legge tutto d’un fiato, uno di quelli da tenere sul comodino, da leggere e rileggere tutte le volte che ci dimentichiamo di sollevare gli occhi per guardare un tramonto, ascoltare una canzone, chiamare qualcuno e portarlo al mare. È uno di quei libri che ti fanno apprezzare la quotidianità e riscoprire la felicità nelle piccole cose.

“Penso che ognuno di noi dovrà lasciare alcuni dei suoi sogni a marcire nel cassetto, un giorno. È inevitabile. Ma provare a realizzarli non costa niente. Quello che invece può costare caro, è vivere con il rimpianto del “forse ce l’avrei fatta se…”. Io ti auguro questo. Ti auguro di non dire mai: “Forse ce l’avrei fatta se…”

La cosa bella delle storie di Riccardo è che tutti i protagonisti dei suoi libri si incontrano in maniera non convenzionale come uno strano scherzo del destino che si diverte a mescolare le carte e a predisporle secondo un imprevedibile gioco di emozioni e di sguardi. È così per Alessandro ed Elisabetta che salgono su un vagone senza una precisa destinazione e per Lorenzo e Beatrice che si lasciano guidare dalla musica e dalla magia degli imprevisti, quelli che solo Riccardo Bertoldi sa raccontare. Inoltre ogni capitolo è accompagnato da un titolo rappresentativo ed efficace o dal nome di una canzone, creando una sorta di playlist introduttiva che scandisce, in alternanza, i punti di vista dei due protagonisti. Ma non finisce qui! Alzi la mano chi non si è mai chiesto, all’inizio o alla fine di un libro, dove l’autore avesse trovato l’ispirazione per raccontare quella storia, quali i pensieri che sarebbero poi diventati le parole del suo nuovo romanzo. Riccardo fa una cosa inaspettata: ci porta con sé nella sua vita facendoci conoscere la sua esperienza come scrittore e i luoghi in cui ha ambientato tutte le sue storie. Come? Disseminando di QRcode le pagine del suo romanzo, video inediti attraverso i quali potrete conoscere i retroscena di una storia già ricca di particolari. Un’idea originale che spero saprà coinvolgervi tanto quanto ha fatto con me.

“Le donne fanno spesso l’errore di perdersi. Si perdono in amori sbagliati, in storie che le logorano, in amicizie deludenti, in giornate tristi. A volte, le donne si consumano. E poco alla volta smettono di sorridere, di ballare, di meravigliarsi. E poi fanno l’errore più grande: si dimenticano chi sono. Dimenticano di essere speciali. E rare. Però, ed è questa la loro bellezza, arriva un giorno in cui se ne rendono conto e riaprono gli occhi. Si riscoprono uguali, ma diverse. Più forti. Più vive. Ed è bellissimo quando una donna si innamora di se stessa.”

Le parole di Riccardo sono profonde, dolci e arrivano dritte al cuore. La bravura dell’autore però non si esaurisce nello stile di scrittura fluido e coinvolgente e nemmeno nelle frasi incisive che rimangono impresse nel lettore come un tatuaggio per la mente; frasi che nessuno, nemmeno chi tiene i libri immacolati, potrà astenersi dal sottolineare. Ciò che colpisce è l’analisi dei sentimenti, il modo poetico con cui descrive la parte introspettiva dei personaggi, la profondità dei pensieri e le loro innumerevoli sfaccettature. Riccardo ha il potere di trasformare ogni dialogo tra personaggi in una raccolta di pensieri che fanno riflettere, considerazioni che in un certo senso sembrano scritte apposta per noi tanto da farci avere la piacevole sensazione di parlare con un amico. Sono convinta che ci sono libri che capitano nel momento giusto nella vita di un lettore e “Scrivimi” è uno di questi perché nessun romanzo mi aveva mai suscitato delle emozioni così forti ed importanti. Per farvi capire meglio voglio condividere con voi la mia esperienza e dirvi che grazie a questa nuova lettura mi sono riscoperta diversa, più forte e più coraggiosa.

“Ti auguro di avere giornate per sentirti persa, di smarrire la strada e di conoscere posti nuovi e di prendere un treno a caso, un giorno, che a volte sono gli imprevisti che ti portano al mare.”

“Scrivimi” è stato il mio biglietto del treno, quello che per anni non ho fatto in tempo a prendere ma su cui poi sono salita all’improvviso. Mi sono lasciata guidare dalle parole di Riccardo come si fa con chi conosce la strada perché lui mi aveva già insegnato a credere in tante cose ma ai chissà che succede ancora no. È stato bellissimo perdermi fra le strade di un luogo che desideravo visitare da tantissimo tempo e vedere che poi Riccardo aveva ragione su tutto e che a volte sono gli imprevisti che ci portano nei posti più belli.  

Voto: 5
lettereecolori

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