Recensione – Il digiunatore – Enzo Fileno Carabba

Giovanni era un bambino forte e crebbe in una terra di mangiatori. nessuno avrebbe potuto immaginare che sarebbe diventato il più grande digiunatore di tutti i tempi.

Scheda Tecnica

  • Titolo: Il digiunatore
  • Autore: Enzo Fileno Carabba
  • Editore:‎ Ponte alle Grazie
  • Data pubblicazione: 13 gennaio 2022
  • Genere: Narrativa biografica
  • Copertina flessibile: ‎256 pagine
  • Cartaceo: 16,00 euro su amazon a 15,20 euro
  • Ebook: 8,99 euro

Trama

Nato a metà Ottocento a Cesenatico Ponente, terra di mangiatori, Giovanni Succi si impone sulla scena del mondo come il più grande digiunatore di tutti i tempi. C’è qualcosa in lui di invulnerabile, che non si arrende neanche all’evidenza. Qualcosa che ha imparato ancora bambino dalle carovane dei circhi, quando scendevano dal Paradiso Terrestre verso la pianura romagnola. Alla saggezza errante dei saltimbanchi, Giovanni deve la sua gioia e la sua salvezza, l’urgenza di diventare quello che è: uno spirito sensibile, un leone indomabile, un profeta immortale. Guidato dall’utopia del socialismo e dal battito del suo cuore, veleggia libero come un elisir attraverso deserti e savane, cespugli e radure, nuvole e gabbie, e mette il suo digiuno al servizio dell’umanità. Coltivando in sé la sorgente di una speranza illimitata – riflessa in donne dai nomi armoniosi quali Ginevra, Gigliola, Guerranda -, segue il suo respiro per il mondo, dal Canale di Suez al manicomio della Lungara, dalle strade del Cairo e di Milano alle corsie della Salpêtrière. Incontra donne-belve e grandi esploratori, Sigmund Freud e Buffalo Bill, mentre l’Occidente sfocia nella modernità e perde per sempre l’innocenza. In questa biografia sentimentale, Carabba parte da una storia vera per trasfigurarla in un grande romanzo, che ci svela il valore del dubbio, le acrobazie dell’entusiasmo, la fierezza della semplicità. Perché è proprio lì, sul confine tra il pieno e il vuoto, dove la nebbia personale si dissolve nell’incontro con gli altri, che si nasconde la promessa dell’eternità.

Biografia

Enzo Fileno Carabba è nato a Firenze nel 1966. È autore di romanzi pubblicati in Italia e all’estero, di racconti, sceneggiature radiofoniche, libri per bambini, libretti d’opera e poesie. Nel 1990 ha vinto il Premio Calvino con il romanzo Jakob Pesciolini e il suo ultimo libro è Vite sognate del Vasari (Bompiani, 2021). Vive a Impruneta.
www.enzofilenocarabba.it

Recensione

Benvenuti fanciulli in un viaggio fatto da idee, illusioni, concetti e follie, tutto estrapolato dalla vita di Giovanni Succi e rielaborato da Enzo Fileno Carabba, nella sua versione del Il digiunatore edito Ponte alle grazie che ringrazio anticipatamente per questa bellissima possibilità. Consapevole della mia ignoranza sull’argomento, sono felice di ammettere senza giri di parole che questo libro è pura astrazione per una mente chiusa ma “illuminante” per quelle anime concentrate ad apprendere sempre qualcosa di più, dalla vita altrui. 

Proprio con questo spirito, inoltriamoci nella particolare esistenza di Giovanni Succi, effettiva musa dell’omonima storia proposta da Franz Kafka. Un personaggio controverso per il suo stile di vita al limite della logica. Enzo Fileno Carabba introduce l’infanzia dell’uomo, tra regole e mentalità radicate di una famiglia altolocata e predisposta ai soli elogi unilaterali. Vivendo con l’etichetta della infinita perfezione, Giovanni desidera distinguersi dalla massa e fin dalla sua tenera età, sceglie di affiancarsi a qualsiasi cosa attiri la sua attenzione. Osserva la figura del saltimbanco, cerca di risultare il più convincente possibile, arrivando alla conclusione più ovvia: ogni scelta porta con sé determinate predisposizioni, talento e volontà. Ecco che sopraggiunge l’imperativo di primeggiare in un qualcosa di speciale, diverso e unico.

«Ora che devo fare?» chiede Giovanni a fine giornata, pervaso da un sentimento di onnipotenza. Avvertiva dentro di sé lo spirito del leone. Era pronto a un esercizio difficile.
«Io consiglio la felicità» disse il maestro. Aveva una voce bellissima.

Scopriamo così, tutta la strada intrapresa dal Succi, tra vere e proprie trasposizioni di notizie accorpate dall’autore, unito ad un pizzico di fantasia come confermato da quest’ultimo. Non conoscendo questa figura, non sono riuscita a scindere la realtà dalla fantasia, ma il bilanciamento delle informazioni, lascia nel lettore il desiderio di documentarsi ulteriormente.

Il digiuno lo sottraeva al fallimento, perché non era un’attività, ma una dimensione.

Contestualizzato al ridosso dell’Ottocento e Novecento, notiamo subito tutti i “paletti” imposti da una società tanto chiusa e vincolante, entrando in simbiosi con l’eclettica visione di Giovanni Succi. Ogni suo momento, attimo, pensiero e sviluppo, saranno segnati da insegnamenti passati radicati da rigidi genitori (soprattutto dalla figura della nonna). 

Qualsiasi cosa fosse, sogno, pensiero o impostura, il digiunatore accettò la visione e il giorno dopo si alzò, pronto a uscire dalla malattia.

Il digiunatore è una figura nata per stupire, risultare “straordinaria” e concreta in una società incollata all’idea del saziarsi con il superfluo. Carpire le motivazioni di una singola persona che sceglie di donare il suo tempo, escludendo un bene considerato per tutti vitale ma palesemente distratti dalla materia ma meno dalla sostanza. Cibarsi di parole molto spesso vuote, captare sempre meno le vere necessità. Tutto questo racchiuso in un libro. Toccare con mano la vita di una persona considerata illuminata da alcuni e pazza da altri, offre diversi spunti di riflessione per il genere umano. Povertà d’animo, necessità di un appiglio e isolarsi dal tutto, creare un percorso tortuoso nei confronti di Giovanni, reduce dal singolo desiderio di stupire…se stesso o gli altri, poco importa. Il segno è quello che conta.

Consiglio questo libro a tutte quelle persone che riescono a “masticare” un linguaggio frettoloso apparentemente, ma sottile e simbolico se ben ascoltato. In alcuni passaggi sicuramente difficile da comprende, ma predisposti alla “possibilità” di digiunare. Arduo come la vita dello stesso, ma riconducibile alla propria vita perennemente insoddisfatta. Un libro vissuto, cercato e creato. Nulla di più e nulla di meno. Sta a voi cercare…cosa? Voi stessi!

Alla prossima dalla vostra CAPPELLAIA MATTA.

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