Partecipare alla vita, mitigare le sofferenze, trovare la serenità, magari anche l’amore, sono bugie peggiori della gomma blu che cancella la penna o traguardi realmente conseguibili?
Scheda Tecnica

- Titolo: Se poi me ne pento?
- Sottotitolo: La mia vita a trent’anni
- Autore: Laura C.
- Editore: Independently published
- Data pubblicazione: 12 ottobre 2020
- Genere: Narrativa contemporanea, Rosa
- Copertina flessibile: 300 pagine
- Cartaceo: 9,99 euro
- Ebook: 2,99 euro
- Kindle Unlimited: disponibile
Trama
Laura ha trent’anni e conduce un’esistenza al limite dell’isolamento. Ha deciso che vuole una vita – e non solo un lavoro – senza contatto con il “pubblico”. Redige articoli in smart working e ama scrivere romanzi, ma ultimamente preferisce contemplare i suoi libri sugli inetti. Le convenzioni sociali la soffocano, l’ansia è la sua peggior nemica, una massa fluttuante che le ripete con voce stridula: “Sei una nullità!”. Nelle sue memorie echeggia il mito degli anni ‘90, il periodo spensierato. Durante la giornata, trae beneficio dall’ascoltare i brani del suo cantautore preferito, Geb, un amore platonico; tanto quello tangibile l’ha solo delusa. Punto di riferimento è la sua mamma premurosa, ma è tempo per Laura di badare a se stessa e al nuovo appartamento.
Esce solo il sabato per fare la spesa, portandosi dietro quello che la sua migliore amica definisce “il carrello da vecchia”. Ginevra, infatti, prova a rigettarla nella mondanità, ma Laura è un’estimatrice di outfit come pigiami ingombranti e pantofole di peluche, insofferente alle discoteche. Si sente goffa, pensa di aprire un canale YouTube per diffondere i migliori tutorial su “Come fare tutto male”, mentre rigetta l’aggressività che riscontra nei social network.
Di ritorno da una spedizione al supermercato, durante la quale ha comprato uno spray anti-insetti al posto del deodorante, si imbatte in una visione… Un ragazzo biondo, dagli occhi blu, un angelo custode sceso in Terra: è Geb! Ma no, quel tipo magari gli assomiglia, infatti si presenta come uno psicologo e le propone una terapia a punti che dovrebbe consentirle di ritrovare se stessa e un sano equilibrio. Potrà anche aggiudicarsi il premio in palio per i pazienti guariti: un viaggio a caccia dell’aurora boreale! Dopo la proposta, il “finto” Geb (come Laura lo definisce) si aggiudica una strigliata, ma continuerà a insistere e lei finirà con l’intraprendere il percorso.
Partecipare alla vita, mitigare le sofferenze, trovare la serenità, magari anche l’amore, sono bugie peggiori della gomma blu che cancella la penna o traguardi realmente conseguibili?
Recensione
Ecco a voi un raro esemplare di libro “difficile da recensire” perché porta al viaggio interiore direttamente con il lettore senza lasciare mai il tempo di capire cosa succede intorno a noi. Ma, prima di narrarvi le mie considerazioni, desidero dirvi alcune cose che personalmente avrei apprezzato sapere prima di intraprendere questa lettura perché evitate l’effetto “trottola” avvenuto alla sottoscritta.
Una delle primissime cose che hanno permesso la collaborazione con l’opera di Laura, era il tono “scherzoso e leggerlo” posso in copertina che ponevano una chiave di lettura della trama molto più spensierato del previsto. Apparentemente mi aspettavo di avvicinarmi ad una lettura “divertente” e spensierata per alleggerire un periodo personale da dimenticare. In verità, Se poi me ne pento? è un chiaro spaccato psicologico che avverrà a tutti i ragazzi che hanno vissuto l’età migliore, rinchiusi dentro quattro mura obbligati da una pandemia mondiale; tutta la generazione che possiede nel proprio dna, una grande fetta di solitudine e chiusura derivata da questo periodo nero per tutti.
Ecco, la nostra protagonista è Laura, su carta trent’anni nella realtà una 14enne incompresa e taciturna. Lavora perché costretta, obbligata a socializzare con le persone e possibilmente nel minor tempo possibile, sicura solo ed esclusivamente dentro la sua camera che richiama tutti i “ricordi” dei diversamente giovani come noi…perché sì, miei cari fanciulli, la Cappellaia Matta ha 30 anni suonati come la protagonista. É stato semplicissimo per me ricordare e rivivere stati d’animo così affini con me ma allo stesso tempo aiuta a comprendere al resto delle persone, come l’insicurezza può corrodere ogni giorno di più.
Ho iniziato la recensione affermando che questo libro va presentato prima di approcciarsi perché non sarà un semplice rosa quello che avrete di fronte a voi ma un percorso interiore che percorre tutti gli stadi delle persone che hanno perso dei punti fissi nella propria vita oppure sono talmente scottati e sconvolti che non possiedono più la forza di reagire. Il titolo è una chiara chiave di lettura perché la protagonista di questo libro vi porterà a riflettere su diverse scelte fatte nella propria strada e facilmente possono essere paragonate a noi, in un modo o nell’altro. La sensazione di rintanarsi dentro noi stessi, la voglia di farci “vedere” senza mai fare nulla, la paura di vivere perché troppo presi a rimanere fermi ad osservare, impauriti dalle difficoltà perché ci sentiamo indifesi e fragili, tanto ma tanto altro.
Laura C. ha scelto di porre la sua attenzione su un percorso difficile che sicuramente va intrapreso con specialisti ma evidenza quanto siamo smaniosi di rivoluzionarci ma non abbiamo il coraggio di ammetterlo. La protagonista di questo libro avrà diversi stadi, prove, sconfitte e vincite, per comprendere l’essenza della nostra esclusiva esisteva… lottare.
Vi dico subito che non è una lettura semplice e l’autrice ci va giù pensante con le riflessioni quindi non potete in nessun modo scappare, basta prenderlo con lo spirito giusto perché rispetto a me, avrete modo di essere “pronti§”” ad approcciarvi ad essa. Laura C. ha un modo molto dettagliato di scrivere e pieno di aneddoti apparentemente inutili, nascondono messaggi che vi porteranno all’illuminazione finale, ecco perché vi dico “occhio” a tutto. Mi rendo conto che, in parte, ho sbagliato a leggere questo libro nel periodo meno adatto perché necessitavo di un cuore più leggerlo per assorbirlo meglio, ma vi assicuro che il lavoro di Laura si vede e potete solo che giovarne.
Alla prossima dalla vostra CAPPELLAIA MATTA.