77# La vostra voce – Solo Tua – Mietta Maccuro

Buongiorno cari lettori, oggi inauguriamo una nuova rubrica, “La vostra voce”, un’idea nata in collaborazione con il blog Tra due mondi, per dare voce e spazio ai vostri scritti. Appuntamento fisso ogni martedì e giovedì.

Scheda Tecnica

Trama

L’amore è solo una parola
L’amore non esiste
L’amore vero è reale solo nei sogni
e i sogni non sono reali

Trentatré anni, due figli adorabili, un marito affascinante, una vita normale votata alla famiglia.
Karen è felice, non saprebbe cos’altro desiderare.
Peccato però, che abbia dimenticato il passato, quando da bambina sognava un bellissimo ragazzo, il suo Principe dal sorriso di miele che la chiamava Mia dea.
Peccato che non lo abbia ritrovato nel suo futuro, così come si aspettava.
Da quel momento Karen sceglie di dimenticare se stessa, di spegnersi. Di non credere più nell’amore.
Ora, quella peste scatenata di sua sorella sembra volerla trascinare in vacanza alle Hawaii per obbligarla a dedicarsi del tempo.
Peccato che lei non sia d’accordo. Perché dovrebbe partire? Karen ha tutto.
O forse no.

Solo Tua è il primo volume della trilogia che racconta di quanto caparbio e perseverante sia l’amore vero, l’unico in grado di rivelare la persona a noi destinata anche quando l’ultima speranza scompare.

5 buoni motivi per leggerlo

  1. Per il messaggio che lascia: non la semplice storia d’amore, ma di riscatto, di consapevolezza di se stessi, di rivincita e rinascita. Ma anche di legami familiari, di supporto e amore incondizionato.
  2. Per lo stile: a metà tra classico e moderno, un connubio tra passato e presente, diverso dai chick-lit e dai romance attuali.
  3. Per il romanticismo appassionato, mai forzato, ma intenso e trascinate di cui la storia è intrisa.
  4. Per le descrizioni che permettono al lettore di immedesimarsi con la scena entrando in empatia con i personaggi e vivendo i luoghi narrati.
  5. Per il finale.

Estratto

Ti cerco da tutta la vita.
Sapevo che c’eri, che prima o poi ti avrei incontrata. Che il sorriso di una dea si sarebbe posato su di me, e sarebbe stato per me solo.
Dovevo soltanto avere pazienza.
Provavo a vederti negli occhi di ogni donna che incrociavo, chiedendomi se fosse giunto finalmente il nostro momento. Ma la luce che speravo mi colpisse non era negli sguardi sconosciuti.
Non mi sono mai arreso. La speranza mi ha sempre sostenuto.
La ragazza dei sogni è apparsa a svegliarmi, e d’un tratto ciò che desideravo oltre ogni immaginazione era dormire per stare con te. Perché sapevo che eri tu, sentivo che ciò che stava accadendo andava oltre fantasie inconsce.
Finché ogni emozione provata a occhi chiusi, nel limbo dove ci incontravamo, si è materializzata. Mi eri dinnanzi, reale e profumata di perfezione.
Ogni istante trascorso nella disperazione angosciante della tua assenza si è dissolto nel nulla.
Ti avevo riconosciuta!
Sei entrata in me, e il mio unico pensiero, assiduo e costante di ogni istante delle mie giornate ha trovato un volto, un nome.
Tu sei la felicità piena e concreta. Il mio mondo si ferma se non ci sei.
L’attesa del momento in cui ti rivedrò trascorre lenta e inquieta.
È allora che la tua immagine mi appare per alleviare il mio stato di ossessione e, ricoprire il tuo corpo di carezze lievi, la bocca di baci appassionati, mitiga la mia dipendenza.
Saperti viva e reale, non più un sogno a occhi aperti, sentirti sul mio cuore che batte all’unisono col il tuo respiro, mette pace nel corpo che freme se non ti sente vicina.
Sei il mio tutto, la mia bussola che traccia nitida la strada da perseguire per essere nel giusto, sei la mia musica che canta l’amore che ci lega indissolubilmente.
Sei quello in cui credo, quello che ho sempre sognato, e che spero per il futuro.
Eppure, dopo tanto cercarti sembra che il destino non voglia concederci ciò che invece meritiamo. 
Perché è crudele indurmi a diventare assuefatto e dipendente da qualcosa che non potrò mai più avere.
I tuoi occhi, il tuo sorriso, le tue labbra, ogni parte di te mi accende. Ma sono condannato a spegnermi.
Non mi appartieni, non sei mia, e devo lasciarti andare.
Quale pretesa potrei avanzare verso te che mi hai già dato tutto ciò che potevi?
Ma cosa mi resta se tu vai via?
Accettare impassibile il disegno che qualcuno ha tracciato per noi.
Guardarti mentre ti allontani per sempre.
Credere nella vita che andrà avanti senza averti al mio fianco, tra le mie braccia, sulla mia bocca.
Tu sei il senso del perché io sia nato.
Devo amarti. Devo averti.
Non solo per te, ma per me stesso. Perché sai bene cosa generi il nostro amore, cosa siamo in grado di scatenare se siamo insieme.
Siamo legati da qualcosa d’inspiegabile, che travolge e sconvolge e che va oltre i limiti imposti dalla logica.
Come posso lasciati andare sapendo questo?
Solo sette giorni per conoscerti, amarti e perderti.
Solo sette giorni di vita per tornare, ancora una volta, nell’attesa perenne nella quale ti aspettavo.
Ed è questo che mi spinge a scriverti questa lettera.
Non dimenticare, Karen. Non scordare nessun istante trascorso insieme.
Non dimenticarmi.
Io vivrò sapendo che tu ci sei, lontana e distante, ma esistente.
Continuerò a credere. Il tempo non ha importanza se posso sperare.
Quando ti sentirai persa, confusa, smarrita credi… Credi in noi e nel nostro amore. Cerca la nostra isola segreta, rifugiati lì nei giorni di tempesta per riprendere fiato.
E vieni da me. Torna dove siamo stati felici anche se per poco.
Io sarò lì, ad aspettarti custodendo ciò che provo finché avrò fiato.
Anche se ignari della vita dell’altro, una cosa certa la sapremo sempre. Che siamo fatti per stare insieme, per amarci.
Non voglio dirti addio, Karen. Solo che ti amo. 
Ti amo, mia dea come non credevo fosse possibile amare, come la vita stessa. Come l’aria che mi permette di dirti che ti amo. E così sarà per sempre.
Amo te e nessun’ altra.
Non dimenticarlo mai.

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