Recensione – Senza fare rumore – Samila Yumi Marchetti

Benvenuti fanciulli in questa nuova e primissima recensione sul blog per questo 2021. Iniziamo parlando di un’autrice già presentata su questi schermi attraverso le sue opere Fantàzia’s Carnival e Chiamatemi Sfortuna. Da qualche tempo avevo espresso il desiderio di leggere una sua opera antecedente a quelle sopra citate, per capire il percorso della cara Yumi, sia a livello stilistico che strutturale.
Questo libro dimostra che quando una persona ascolta i consigli costruttivi, può solo che migliorare.

Scheda Tecnica

  • Titolo: Senza fare rumore
  • Autore: Samila Yumi Marchetti
  • Editore : Independently published
  • Data pubblicazione: 7 gennaio 2019
  • Genere: Romanzo Rosa, Narrativa Umoristica
  • Copertina flessibile : 381 pagine
  • Cartaceo: 9,99 euro
  • Ebook: 0,99 euro
  • Kindle Unlimited: disponibile

Trama

Evelina “Lina” Fontana ha tutto ciò che si potrebbe desiderare: vive in un bellissimo appartamento a due passi dal Duomo di Milano, ha una macchina tutta per sé, la sua migliore amica è un angelo custode e ha abbastanza denaro da potersi permettere qualunque cosa. È per questo che, dopo il diploma classico conseguito a fatica, ha deciso di non proseguire gli studi… né, per inciso, di trovarsi un lavoro. Per quello bastano i genitori, no? Che bisogno c’è di un’altra persona lavorativamente realizzata quando ci sono già loro a occupare tutte le luci della ribalta? Per questo Lina vive solo all’insegna dello shopping, delle serate nei locali più in voga della città e, quando è a casa, dei suoi romanzi harmony e dei bozzetti che le piace tanto disegnare. I suoi genitori, però, hanno in serbo qualcosa per lei: stanchi degli eccessi e della mancanza di ambizioni della figlia, Annika e Gabriele decidono di spedirla nella vecchia casa di montagna della nonna, venuta a mancare da qualche anno. Lì Lina dovrà cavarsela da sola: spese, pulizie, responsabilità… tutto graverà sulle sue spalle fino a Natale, lasso di tempo concesso dai genitori per dimostrare che può badare a se stessa come sostiene. Per Lina è un duro colpo: non solo l’idea di lavorare come cameriera la repelle, ma nemmeno quella di trascorrere mesi in casa di nonna Evelina, dove ricordi e sensi di colpa sono sempre in agguato, le va granché a genio. Però non ha scelta: se vuole riottenere i suoi privilegi, è costretta a partire per quel paesello con meno di mille anime, dove il telefono non prende e i negozi sono una vera utopia. Lì conosce le tre strambe nipoti di Clarissa, proprietaria della tavola calda dove si guadagnerà da vivere, e Oliver Bruno, arrogante guida alpina sempre da quelle parti. Tra i due è antipatia a primo impatto: troppo diversi per prendersi, appartenenti a realtà troppo lontane perché un vero contatto sia possibile… ma forse sarà proprio Oliver ad abbattere i muri che Lina si è costruita attorno, a dimostrarle che il lieto fine si ottiene lottando con fatica e, forse, ad arrivare dritto dritto al suo cuore di ghiaccio. Perché certe persone entrano nella nostra vita all’improvviso, inaspettatamente… ma soprattutto senza fare rumore.

Recensione

Come accennato all’inizio di questo articolo, oltre ad approcciarmi in una precedente pubblicazione dell’autrice, ho chiesto di visionare qualcosa che esula il genere urban fantasy, comfort zone ampliamente dimostrato. Ecco che ci ritroviamo in un connubio micidiale, una combo letale….ok non voglio spaventarvi e vi lancio subito la bomba…Senza fare rumore è un romanzo rosa applicato al contesto natalizio e ciliegina sulla torta, possiede una buona dose di ironia impiantato nel DNA della nostra protagonista grazie ai più bei strafalcioni della storia. Fiuuu tutto di un fiato!!!

Non ne potevo più di sentirmi ripetere quanto l’esistenza che conducevo fosse inutile e superficiale: sapevo anch’io che non avrei vinto un Nobel per la scienza o realizzato qualcosa che mi avrebbe fatto finire in un libro di storia, ma a me stava bene così. Mi bastava essere ricordata come La Ragazza Che Non Sbagliò Mai Un Outfit.

La nostra protagonista è Evelina (per tutti Lina) una ragazzina tutto snob, capricci e shopping compulsivo con i soldi dei genitori; concentrata solo su se stessa e in apparenza tutto fumo e niente arrosto. Questo concentrato di “coerenza adolescenziale da figlia di papà” porterà a conseguenze molto gravi: la mancanza di certezza verso il futuro della ragazza e l’effettiva non curanza da parte di quest’ultima sui propri obiettivi oppure ambizioni. L’unica certezza per la ragazza sono i suoi numerosi vestiti in una cabina armadio grande quanto la mia casa, e le chiacchierate tra amiche a suon di gossip e frecciatine. Lo shopping compulsivo colma il quadro già critico della situazione.

I genitori stremati da tale comportamento infantile, decidono di giocarsi la carta più infida e spinosa, portando Lina a dover prendere pochi bagagli e lasciare la propria casa, destinazione: Madonna di Campiglio presso la casa della nonna Evelin Junior venuta a mancare qualche anno prima. Cosa vuol dire? Quattro mesi lontana da tutti i comfort e distrazioni, dedicandosi alla casa incustodita e prendendo impiego come cameriera presso una conoscente di famiglia.
PANICO!!!

Quattro mesi reclusa in quel paesino di montagna che raggiungeva le mille anime solo includendo orsi e caprioli nel censimento annuale? Quattro mesi in casa Evelina Senior, dove i suoi ricordi erano ancora freschi e pronti a sferrare mazzate quando meno me l’aspettavo? Quattro mesi a servire birre e panini in un’orrenda bettola che cadeva a pezzi?

L’obiettivo principale dei genitori sarà quello di responsabilizzare una figlia ormai sull’orlo dell’incoscienza, offrendo dei paletti fissi che non possono essere smossi in nessun modo. Eveline sarà costretta così a dover vivere da sola, in un luogo ostile, lontano dalle sue certezze e cercando di non morire assiderata e senza cibo per troppo tempo. Risate assicurate.

Rispetto ai canonici personaggi del quale l’autrice ha strutturato le ultime pubblicazione, qui troviamo una delle protagoniste più spocchiose, irritanti e snob della storia fatta da Yumi Marchetti, con una spruzzata di gaffe che non possono mai mancare, tipica caratteristica dello stile della cara fanciulla. Giustamente questa protagonista primaria, molto estroversa e lontana dalla maggior parte della mentalità delle persone, può trarre in inganno e storcere in naso al punto da lasciare la lettura dalle primissime pagine. Ma, sinceramente, ho apprezzato l’esasperazione provocata dalla caratterizzazione di Yumi perché ha saputo fare il proprio lavoro. Sia in caso positivo oppure negativo, un personaggio ha scaturito un qualsiasi sentimento, vuol dire che la struttura funziona e possiamo andare avanti.

Come nella vita vera, giudicare una persona dall’apparenza è sempre sbagliato. Questo vale anche per i personaggi delle storie. Non possono essere tutti uguali e standardizzati perché si porterebbe alla chiusura di qualsiasi storia pensata e pubblicata. Imparate ad andare oltre e concludere le cose, dopo avrete tutto il diritto di essere felici oppure arrabbiarvi perché avrete tutte le carte in regola per giudicare un’opera.
Questo discorso vale anche per Evelina che, consapevole del suo caratterino, può portare alla sfiducia ma andate oltre.

«Devi dimostrarci di sapertela cavare da sola, Lina. E poi tua nonna l’ha sempre detto: la montagna tira fuori la vera indole di ognuno di noi.»

Rispetto ai volumi letti precedentemente e cronologicamente più recenti, è possibile notare un grande miglioramento nello stile e nella sicurezza della stessa autrice. In Senza fare rumore si capisce quanto Yumi necessita di descrivere tutto nei minimi dettagli anche quando non serve, prolungando avvenimenti e situazioni facilmente riassumibili i meno capitoli. Ma, nel complesso, ho trovato una giusta storia da leggere come svago, tra una risata e un lancio del libro, circondati da un clima natalizio e da luoghi fatti da cose semplici e dal sapore di origini. Troverete una bella storia d’amore a suon di battibecchi e una conclusione dal significato palese. Ricordarci ogni tanto di fare un passo indietro e osservare cosa ci circonda, può solo che giovare.

Una lettura adatta ad un pubblico giovane per approcciarsi (attraverso il logo linguaggio) ai primi esperimenti di lettura. Ovviamente ci sono opere migliori dell’autrice ma Senza fare rumore si difende bene. Alla fine, i consigli, portano sempre delle migliorie.

Alla prossima dalla vostra CAPPELLAIA MATTA.

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