Recensione – I racconti incantati – Gloria Donati

Scheda Tecnica

  • Titolo: I racconti incantati
  • Autore: Gloria Donati
  • Copertina flessibile : 92 pagine
  • Editore : Europa Edizioni
  • Data pubblicazione: 27 dicembre 2018
  • Genere: Racconti per bambini
  • Cartaceo: 9,02 euro
  • Ebook: 6,64 euro

Trama

Un mondo magico è quello dove a volte ognuno di noi vorrebbe rifugiarsi. Un luogo senza tempo, dove a narrare le vicende è la voce della fantasia. Così basta lasciarsi trasportare dalle parole di questo libro per entrare in un mondo popolato di piccole fate colorate, folletti dai buffi cappelli appuntiti, elfi, alberi centenari parlanti, unicorni, ma anche streghe malefiche e crudeli. Vagheremo in luoghi fantastici, tra le terre del Sud e Ovesfalda, nel regno meraviglioso di Feirivord, dove il tempo scorre in modo diverso che sulla nostra Terra, oppure ci perderemo nella bellezza di boschi, castelli e vallate, dove le paure a volte corrono sul filo di antiche leggende. Dietro a ogni storia si celano insegnamenti e ogni racconto è un’occasione per riflettere sulla vita. Età di lettura: da 8 anni.

Recensione

Hello drunk! Oggi sono qui per parlarvi di un libro che mi è stato inviato dall’autrice Gloria Donati, “I racconti incantati”. Una raccolta di ben quindici racconti per bambini riuniti in una novantina di pagine, arricchiti da disegni davvero molto simpatici anzi, con delle matite in mano a qualche bambino potrebbe anche venir voglia di colorarli!

Passiamo però ai racconti… sono davvero in difficoltà.

L’opera non è stata pubblicata in self ma con la casa editrice Europa Edizioni e, in casi come questo, per me la responsabilità non è tanto dell’autore, che si limita a presentare un suo lavoro in attesa di un riscontro, ma dell’editore. L’editore ha delle responsabilità verso l’autore e, prima di pubblicare un’opera, ha il dovere di farla correggere e rivedere da un editor e da un correttore di bozze.

È evidente che, invece, “i racconti incantati” non ha visto l’ombra manco di un beta reader e questo mi dispiace molto. Parliamo di racconti per bambini, alcuni pensano che sia letteratura di serie B, vi sbagliate, quando si ha a che fare con i pargoletti bisogna fare doppiamente attenzione, io direi che è letteratura di serie A+… non avete idea di quante cose noi diamo per scontate e, invece, non sono adatte ad un pubblico giovane, tra l’altro i bambini spesso sono molto più attenti di noi e si annoiano facilmente.

Gloria nei suoi racconti brevi (in media 5 cartelle) è stata troppo sbrigativa, mancano descrizioni importanti per comprendere gli avvenimenti, ci sono dei buchi narrativi che spingeranno il piccolo lettore prima a chiedersi “cosa? Come? Quando?” e poi a posare il libro. Sono presenti imprecisioni linguistiche ed alcuni errori di sintassi.

“Uno di loro era un giovane mago di nome Roland, l’altra una femmina di nome Elisabeth […]
“Femmina? Non era meglio, magari, il termine “ragazza”?

Sì, lo so, io cerco anche il pelo nell’uovo ma vi assicuro che, lavorando con i bambini, non sono esagerata. 

“Kim pensò al resto, decise che per poter conquistare la fiducia del capitano Morgan avrebbe dovuto dimostrare la sua bravura con le armi, fece promettere al capitano che se lui avesse vinto sarebbero potuti venire anche i suoi amici”. 

Scrivere per i bambini non vuol dire esprimersi in maniera elementare, pensiamo ai grandi narratori di fiabe del passato, i fratelli Grimm, Andersen, il partenopeo Basile o uno dei primi narratori di favole della storia: Esopo (qui dovrei iniziare un discorso sulla differenza fra fiaba e favola ma ve la risparmio 😅).

Le fiabe sono racconti nati nelle corti francesi (contes de feés) per permettere alle donne di emanciparsi, inizialmente erano dedicate ad un pubblico adulto e, solo in un secondo momento, con l’introduzione della pedagogia nell’ Ottocento, sono state revisionate per renderle adatte ai bambini. Quindi parliamo di opere complete, complesse, curate in ogni dettaglio e lo stesso vale anche per gli scrittori moderni, l’esempio migliore è quello di Gianni Rodari, ricordate le sue “favole al telefono”?

Nel caso di opere per bambini non basta la fantasia, serve una struttura, un linguaggio semplice ma preciso, curato, ricercato e qualche dialogo avvincente  non guasterebbe… invece tutto ciò è assente nei racconti di Gloria. Sono racconti che spesso non hanno ne capo ne coda, dalla morale incerta… 

ALLERTA SPOILER

mi ha lasciato molto interdetta la scelta di far uccidere il cattivo dal ragazzino protagonista del primo racconto. Psicologicamente non è un bel messaggio, far compiere un omicidio da un buono non è il massimo… lo trasforma automaticamente nel cattivo, non sarebbe stato meglio… che so… esiliare l’antagonista? Ma magari io sono una persona molto sensibile.

FINE SPOILER

“La donna guardando per l’ultima volta dal vetro della sua splendida carrozza il piccolo fagotto  gli inviò un bacio subito dopo il conducente partì a tutta velocità diretto verso il palazzo reale” e le virgole? Gloria spesso non usa le virgole, sono presenti periodi lunghissimi, come questo, dove la punteggiatura è totalmente assente. La comprensione diventa difficile, la virgola è la porta girevole del pensiero, ricordate l’esempio di Julio Cortázar?  “Se l’uomo sapesse realmente il valore che ha la donna andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca”. Se sei donna, certamente metteresti la virgola dopo la parola “donna”; se sei uomo, la metteresti dopo la parola “ha”. Nell’esempio estrapolato da “I racconti incantati” io avrei messo come minimo un paio di virgole e un punto e, ripeto, ahimè non è un caso isolato.

“Subito dopo giunse la guardia del corpo che lo condusse nelle prigioni dove avrebbe atteso l’indomani per essere trasporto così come prevedeva la legge della città in un’isola dove sarebbe stato costretto ai lavori forzati […] ma a mezzo dì avvenne che un veliero pirata assaltò e depredò la nave dei prigionieri molti dei quali compreso Victor divennero parte dell’equipaggio del capitano ventura” A parte il refuso della lettera piccola per il nome proprio del capitano (Ventura), notate anche voi l’assenza di punteggiatura? Errore di cui ritengo responsabile interamente l’editore è la gestione dei dialoghi. Da che mondo è mondo per i dialoghi si usano le virgolette caporali, per intenderci queste 《 》, nel libro di Gloria, invece, sono sempre presenti quelle alte (” “) … ora, passi tutto, ma seriamente lo avete pubblicato senza manco sfogliarlo?

Perchè è normale che uno scrittore al suo primo lavoro non sappia delle caporali, ci sta, tre le altre cose non sono presenti sulla tastiera del pc, bisogna cercarle nei simboli e scegliere una sequenza rapida di nostra invenzione per inserirle, quindi è normale che un esordiente non lo sappia e, non trovandole, usi quelle alte.

Ma… che un editore non lo corregga è imperdonabile ed è Gloria quella che dovrebbe chiedere dei chiarimenti alla Europa Edizioni. Come mai non sono state inserite le giuste virgolette e non è stata corretta nemmeno la punteggiatura? Detto questo concordo sul fatto che Gloria abbia molta fantasia ma, in questo caso, non è stata ben incanalata, il mio consiglio? Uno studio approfondito sulle fiabe, leggere tanto e senza sosta, magari un corso di scrittura creativa e via con la pubblicazione di tante altre bellissime opere! Sono certa che questa ragazza ci regalerà tante storie interessanti e avvincenti, potrebbe addirittura pensare ad una riedizione de “i racconti incantati”, perchè no? Perciò le faccio un grande in bocca al lupo e spero comunque di leggere altro di lei! Al prossimo boccale di lettere.

Cheers 🍻

2 pensieri riguardo “Recensione – I racconti incantati – Gloria Donati”

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