Recensione – Vi sento – L’arte di Amedeo Modigliani _ Diego Luschi

Buongiorno fanciulli e benvenuti in questa nuova recensione che possiede il sapore di arte, vissuto e storia. Parliamo del racconto scritto da Diego Luschi per narrare la vita di Amedeo Modigliani nel profondo dei suoi quadri e del suo personaggio.

Ringrazio, ovviamente, per la copia cartacea omaggiata e l’opportunità di leggere e ascoltare il punto di vista in merito ad un artista studiato durante il liceo artistico.

Scheda Tecnica

  • Titolo: Vi sento – L’arte di Amedeo Modigliani
  • Autore: Diego Luschi
  • Illustratore:Francesco Tonarini, Gabriele Di Caro
  • Editore:Viola Editrice
  • Collana:Arte
  • In commercio dal: 8 gennaio 2020
  • Pagine: 161 p., ill. , Brossura
  • Copertina flessibile: 13,30 euro

Trama

Avete mai pensato che le idee possano esser espresse oltre alle parole, e che non siano soltanto il susseguirsi di lettere, ma incastonate in uno sguardo, in un cruccio della bocca, in una posa, rappresentate da immagini potenti che colpiscono forte allo stomaco lasciando completamente inermi? Forse non lo sapeva neanche Modigliani, o forse sì, quando partì per Parigi, ma tutta la sua vita è stato questo: una continua ricerca, uno studio senza tregua, su come rendere giustizia a una vita, come far assaporare le immense diversità che ogni uomo e ogni donna portano inevitabilmente dentro. Come sono nati quei volti? Come hanno potuto racchiudere in pochi tratti essenziali un’anima? Perché nonostante tutto ciò che ha subìto l’arte di Modigliani affascina e sconvolge ancora?

Recensione

Inizio questa recensione con un sincero complimento rivolto all’autore, per il grande studio effettuato per approfondire una storia conosciuta dai molti ma capita da pochi. Un viaggio fatto da pilastri documentati da una chiara bibliografia e citazioni correlate da note costanti. Notiamo il valore posto nell’opera da parte dell’autore e della casa editrice. Questo aspetto identifica una grande cura e rispetto per dettagli così lontani da noi ma sempre presenti nei nostri occhi.

Diego Luschi ha scelto di offrire una voce urlata allo stesso Modigliani, spogliandosi da tutti gli stereotipi e pregiudizi di un epoca molto chiusa. Ci troviamo nel 1910 circondati da una concezione molto esterna e meramente superficiale dell’arte fatta da vibrazioni e sensazioni, raccontando della vita di un uomo comune nella sua diversità. L’autore ha scelto di adottare la tecnica del “narrare con il cuore” evitando troppe marchette o elogi ritriti nel tempo, lasciando spazio alla persona che scinde dell’artista. Offrire un pensiero allo stesso Modigliano, porta il lettore a carpire e “cercare” di comprendere un uomo che osserva attraverso un tela, un colore, un gesso, un raggio di luce che scinde il tutto. Immedesimarsi in un artista non è semplice perché possiamo essere assorbiti dalla pazzia “geniale”, dai cambi di umori repentini e pensieri lontani dall’uomo fatto di lavoro e casa.

…forse è solo un momento storico; la mentalità che si respira per le strade, è lo spirito della rivoluzione francese che non ha mai smesso di fare eco e trasforma ed evolve ogni persona in una nuova identità, che non per forza sarà migliore, ma sicuramente unica all’eccesso, in uno slancio all’infinito.

Come di consuetudine (almeno per la mia visione), capiamo quanto l’amore per l’arte e la sua essenza, viene proiettata ovunque intorno a noi, traslando in forme e dimensioni sempre diverse. Ecco perché troviamo diversi “discorsi” o riflessioni, inerenti a sfaccettature dell’arte canonica (vuoi la scultura), fino a toccare personaggi del calibro di grandi scrittori e poeti riferendo il pensiero di un’epoca così prosperosa ma difficile da alimentare, finendo alla mercé di venditori e del migliore offerente.

Troviamo veri e propri scontri fisici e mentali di un epoca pronta al cambiamento ma intimorita del dopo. Conosciamo il “valore” di tali personaggi attraverso le loro azioni e “battaglie” fatte per aprire occhi sconosciuti verso il rispetto dell’arte e inculcare “valori” e “rispettivi non-regole” di un puro e semplice istinto: “l’arte”.

Leggere questo libro, ha riportato in me, sensazioni assopite da tempo e emersi grandi discorsi fatti con i docenti durante le pause pranzo dove si cercava di comprendere “cosa era concesso all’arte per essere vista veramente?”. Parole…tante parole…

Ho amato il viaggio effettuato da Diego Luschi, ha “letteralmente” ascoltato la voce di Modigliani. Anzi, ha offerto a noi i mezzi per sentirlo veramente, senza marchette inculcate da una società superficiale.
Apprendere quanto dietro un’opera, avviene un pensiero e la persona proietta la propria realtà non ha prezzo.
Per tutto il resto c’è VI SENTO!!!

Un bacio dalla vostra CAPPELLAIA MATTA.

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