Recensione – La prima melodia 1#- Stefano Impellitteri

Buongiorno fanciulli e benvenuti in questa nuova recensione in collaborazione con l’autore Stefano Impellitteri che ringrazio per la copia cartacea omaggiata.

Dopo diversi anni di esplorazione della letteratura fantasy, devo confermare la mia difficoltà nel trovare storie originali capaci di stupirmi ed emozionarmi veramente. Ecco, Stefano ha scombussolato le mie idee con questa nuova uscita intitolata “La prima Melodia”.

Dopo aver letto “Fiocco di Neve Nero” ero consapevole delle potenzialità del fanciullo ma appena ho posato la mia vista su questa opera, prima come beta reader e poi come lettore, sono rimasta scioccata. L’autore può confermare il mio stupore ed entusiasmo nella lettura attraverso sottolineature, post-it e considerazioni scritte.

Parliamo della trama e delle considerazioni personali.

Scheda Tecnica

Sinossi

Duologia. Secondo libro in uscita nel 2021

Questa è la storia di uomini che lottano per ciò che hanno di più caro…
questa è la storia di punti di vista opposti…
questa è la storia di eroi e dei loro princìpi;
perché le ombre, quelle vere, non nascono dal sole… nascono dagli incubi.
In un mondo dove la magia della musica non è solo una metafora, ma vita reale, anche le spade vengono forgiate per creare melodie di salvezza o distruzione. Una guerra tra due fazioni racchiude al suo interno qualcosa che non va, qualcosa di sbagliato. In questo mondo fatto di schiavi e padroni, i suoi attori lotteranno per sé ed i suoi simili, perché le proprie battaglie si affrontano con il fine di vincerle, ma con lo scopo di combatterle.

Recensione

La prima Melodia, primo volume di una duologia delle Cronache Armoniche, narra una storia incentrata in un mondo medievale, un fantasy che racconta di una guerra radicata nel tempo, a tal punto da non ricordare pienamente i motivi di tale scontro tra uomini e scaglie (esseri mostruosi, illustrati graficamente all’interno del libro).

[C’erano solo due certezze riguardanti quella guerra. Innanzitutto non combattevano contro esseri viventi simili a loro: la fazione contro cui avevano a che fare erano esseri grandi quasi tredici code, con il collo e la schiena ricoperti da dure e evidenti scaglie. Erano esseri che, benché dotati di senno e intelletto, erano molto più primitivi rispetto alla loro specie. La seconda certezza di quella guerra era che, gli heddelfiani, stavano perdendo.]

Il regno è suddiviso (come da consuetudine) da classi sociali identificate dall’altezza.

[Elrinam prese le spalle di suo figlio e lo guardò con determinazione negli occhi. «Mantieni i tuoi principi alti e la tua statura sarà all’altezza di qualunque altagente dovrai affrontare nella tua vita, questo è davvero inestimabile. […] »]

E qui che conosciamo Freyn (uno dei protagonisti primari) che, nella sua grande umiltà e povertà, conduce una vita semplice con la sua famiglia, legando particolarmente con il padre Elrinam, fonte di onore per il giovane.

[Ci sono tante tipologie di ubbidienza. C’è chi ubbidisce a delle regole perché, in caso contrario, ha paura che possa subire una punizione; chi, invece, ubbidisce perché magari è spinto da una ricompensa. C’è chi asseconda colui che gli da un lavoro per poi ricevere il proprio salario o chi si sottomette e consegna il proprio denaro a un farabutto temendo possa far loro del male.]

La guerra, però, non risulta l’unica preoccupazione per il nostro caro Stefano che decide di imbastire sotto-trame al livello del Trono di Spade tra intrighi, sotterfugi e vendette avrete modo di conoscere la ragnatela mediatica di questa storia.

[La vita è a tutti gli effetti una guerra; non ne esce vittorioso chi si sceglie i propri alleati, piuttosto, chi si sceglie adeguatamente i propri nemici.]

Punto a favore: non abbiate paura ‘o lettori viandanti perché i diversi personaggi sono descritti e collocati in maniera tale da non perdere nessun dettaglio utile per comprendere i fatti.
Avrete a disposizione, oltre la didascalia in ogni singolo capitolo (pov/narratore) e, soprattutto, grazie ad un ampio glossario con nomi e ruoli per non dimenticare.

[Quelle erano armi molto preziose. L’impugnatura di quei pugnali aveva tre fori, come quelli di un flauto e, agendo su di essi con le dita, il ragazzo suonò tre note ben distanti. Quel ragazzo altagente era un soldato armonico, uno dei pochi eletti in grado di generare effetti magici con la musica prodotta dalle armi armoniche.]

Colpo di scena (ovviamente deducibile dal mood della copertina e titolo correlato) è la creazione delle armi utilizzate nella storia. Il connubio tra note e sangue ha colpito subito la mia attenzione, come lo studio di ogni singola caratteristica abbinata. Avranno un ruolo rilevante e integrante del tutto, non solo come oggetto fisico.

Troverete alcuni dettagli tipici dei fantasy che si rispettino: una mappa delle terre create, un glossario con ogni singola definizione o espressione più difficile o di fantasia, diverse illustrazioni dedicate e per finire un brano dedicato anche al periodo “Coronavirus” intitolato “Andrà tutto bene” scritto durante la quarantena.

[Un “ragazzo” lotta e sgomita per trovare il suo posto nel mondo, un “uomo” che si vede quello stesso posto rubato ingiustamente, riempie quel vuoto con un unico obiettivo: vendicarsi.]

Ho concluso questa lettura con mille pensieri perché catturata da una prosa maturata nel tempo, più estroversa e intrecciata, originale e veritiera nelle sue sfaccettature più difficili e molto…molto crudo!

Non aspettatevi una narrazione dolce e positiva perché sarà schietta e lacerante come la vita vuole perché nulla viene regalato e sudarsela non sempre è la mossa più semplice e consigliata.

Cambierà la vostra ottica della giustizia, pizzicando la vostra attenzione fino al finale aperto.
Stefano ha realizzato una vera storia fantasy tale da farsi desiderare per il seguito (2021).
Consigliato ai veterani del genere e dedicato a chi ama stupirsi con colpi di scena interessanti e forti.
Eh bravo a Stefano.

Un bacio dalla vostra CAPPELLAIA MATTA.

3 pensieri riguardo “Recensione – La prima melodia 1#- Stefano Impellitteri”

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