Recensione – Sognando Park Avenue – Tinsley Mortimer

“Sognando Park Avenue” l’ho letto dopo la mia dipendenza (si lo so, in forte ritardo) da Gossip Girl, ignorando che l’autrice Tinsley Mortimer ha partecipato alla serie interpretando sé stessa! L’ho comprato perchè amo New York e l’Upper East Side esercita un fascino magnetico su di me… e così tra la trama, il parere del “The New York Times” – 《Un romanzo che lascia pienamente soddisfatti come un dolce di alta pasticceria》 – e i commenti in quarta di copertina – 《più frizzante di un calice di champagne, più glamour di una sfilata d’alta moda. Una fiaba contemporanea di cui vi innamorerete perdutamente》– non ho resistito.
Mi aspettavo molto di più.

Scheda Tecnica

  • Autore: Tinsley Mortimer
  • Titolo: Sognango Park Avenue
  • Copertina flessibile: 342 pagine
  • Editore: TEA (17 luglio 2014)
  • Collana: Best TEA

Trama

Minty Davenport è la tipica brava ragazza del Sud. Ma la vita di provincia le è sempre stata stretta e, fin da piccola, ha sognato di vivere nella sfavillante New York. E, ora che il suo ragazzo le ha chiesto una maledetta “pausa di riflessione”, lei ha deciso: è giunto il momento di provare a realizzare quel sogno. Non appena si trasferisce nella Grande Mela, la sua vita diventa come l’ha sempre desiderata: frenetica e caotica e conquista persino il cuore di Tripp du Pont, lo scapolo più conteso della città…

Recensione

Dalle recensioni lette in giro e da come si presenta mi aspettavo un libro molto scorrevole da divorare in un sol boccone invece l’ho posato un paio di volte prima di costringermi a finirlo e, sappiatelo, la parola “costringere” associata ad un libro, non è mai positiva.
Questa volta inizio da ciò che mi è piaciuto… i nomi dei capitoli. Tinsley associa una frase spiritosa ad ogni capitolo, ad esempio “Talvolta bisogna rischiare il tutto per tutto”, “non far mai capire che sei in difficoltà” oppure “uccidili, con dolcezza”, all’interno del romanzo non mancano scenette esilaranti e frasi davvero simpatiche. L’aria che si respira è certamente quella della New York di Blair e Serena (protagoniste di G.G.) e questo spinge inizialmente a consigliarlo agli amanti della grande mela, almeno di quella fetta lì… ma…perchè ci sono dei ma…
Il ritmo è altalenante, all’inizio è noioso poi prende velocità all’improvviso per rispecchiare la vita frenetica newyorkese poi però rallenta di nuovo e accelera sul finale, proprio quando, invece, dovrebbe frenare. Molte scenette, oltre alla celebre serie tv – alla quale ruba addirittura l’idea di un sito internet dedicato alle celebrità e alle it girl del momento, solo che la Mortimer lo battezza socialroster.com – ricordano anche il film “Il Diavolo veste Prada” e l’effetto è quello di un grande patchwork con pezzi presi qui e lì impastati con esperienze personali di Tinsley.
Arriviamo ai personaggi… alcuni sono descritti davvero poco e male, il che crea confusione quando, dopo un tot di capitoli, ci rispuntano davanti e ci chiediamo “e adesso questa chi è? Che vuole? Perchè?”, pochi sono davvero ben caratterizzati, il migliore? Scarlett, madre di Minty (la protagonista), forse perchè rispecchia la vera mamma dell’autrice e quindi per lei è stato molto più semplice parlare di una persona che esiste realmente e che conosce bene piuttosto che descrivere personaggi inventati di sana pianta. Altri personaggi ben descritti sono Ruth e Spencer ma mancano di originalità, perchè la prima mi ricorda tanto Miranda Priestly  e il secondo è un incrocio fra Nigel de “Il diavolo veste Prada” e Dan Humprey di G.G. con i quali condivide addirittura gli stessi sogni nel cassetto, quindi non fanno testo. In realtà anche la madre ha un retrogusto di “già visto” ma meno intenso, a me personalmente ricorda tanto Diane Keaton nella pellicola “Perchè te lo dice mamma”, ma magari è un caso. Per non parlare del “principe azzurro” della situazione, nessuna scena particolarmente romantica, nulla che ci permetta di innamorarci di lui, cosa che sarebbe stata utilissima per dare maggior valore al colpo di scena finale…e invece no! La Mortimer aveva un asso nella manica che non ha saputo giocarsi! Un vero peccato.

Alcune descrizioni di luoghi ed abiti non sono per niente male, lunghe il giusto senza troppi dettagli ma soddisfacenti… peccato che poi si perda con la ripetizione ossessiva di determinati intercalari, come “alzare gli occhi al cielo” che, ad un certo punto, riesce ad infilare due volte nella stessa frase, cosa che ha fatto alzare gli occhi al cielo a me! Finalmente arriviamo alla fine e…Il finale è totalmente bruciato, lanciato a caso, messo li quasi posticcio per cercare un senso a qualcosa che un senso non ce l’ha. Dall’inizio alla fine non si capisce quale sia il senso di questo romanzo.

L’amore? La carriera? La famiglia? L’autonomia? Il libro è confusionario perchè Minty lo è e Minty è confusa perchè la sua autrice sta procedendo a caso. Vuole regalare un quadro dell’Upper East Side, dentro ci vuole infilare resoconti autobiografici, forse è addirittura un tentativo di vendicarsi di qualcuno (come in Inside, il libro scritto da Dan in G.G.), ma tutto questo non porta a nulla. L’impressione del lettore è che l’autrice ad un certo punto deve aver detto “per dindirindina ho superato le 300 pagine, serve una chiusa”, e così ci troviamo un finale dove compaiono personaggi che non conosciamo, che forse sono stati nominati mezza volta all’inizio del libro, che improvvisamente rubano la scena ai protagonisti e scrivono la parola fine.
La Mortimer non sapeva che pesci prendere e ha estratto il coniglio dal cilindro magico, praticamente si è servita di un escamotage vecchio come il tempo: il caro deus ex machina! Insomma, mi dispiace perchè volevo crederci in queste 342 pagine ma… non lo consiglierei, neanche come lettura leggera in vacanza perchè, nonostante gli abiti favolosi e le magiche feste, la trama non regge, ma che dico! La trama non esiste! Senza una trama adeguata e un buon finale un libro non è in grado di farci sognare …se non ci fa sognare non merita nemmeno un posto sotto l’ombrellone. 

Raffaella

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