Recensione – La stirata del Bonci – Olivieri & Becker

Scheda Tecnica

Trama

Belvedere, tranquillo paesone alle porte di Roma, viene sconvolto dal macabro ritrovamento del cadavere di Rodolfo Bonci che giace, in un negozio di via Roma, in un lago di sangue, con la testa spaccata da un ferro da stiro. Ma è stato veramente un omicidio o si è trattato solo di un banale incidente? Toccherà al maresciallo Domenico Rocca dirimere il dubbio e nel frattempo faticherà non poco a tenere a bada Olivia e Rebecca, amiche e appassionate lettrici di thriller. Le due protagoniste, un po’ annoiate dal loro tran tran di mamme e lavoratrici e trascinate dalla voglia di emulare le gesta di ben altri detective, sono decise ad indagare sulla singolare stirata che ha steso un pessimo individuo come il Bonci. Trasformano così il solito appuntamento del caffè delle 15 nel briefing quotidiano dell’indagine e il Bar Centrale nella loro base operativa. Tutto sotto gli occhi curiosi e preoccupati del barista Alfio. Nascono così, tra un pettegolezzo e una rivelazione, le piste su cui indagare e, passando da un sospettato a un altro, le due amiche affrontano rischi e infrangono numerosi articoli del Codice Penale e Civile, pur di reperire le prove necessarie a sostenere le loro teorie omicide. Lasciando inascoltati i richiami al buonsenso del pragmatico maresciallo Rocca.

Biografia

Gabriella Olivieri è un’italiana attualmente emigrata in Belgio con la scusa di seguire marito, cane e figlio. È proprio in terra straniera che ha riscoperto la passione per la scrittura.
Sandra Becker è una tedesca trapiantata in Italia, dove vive da vent’anni con la sua famiglia. È un’accanita lettrice ed è sempre alla ricerca di intrecci criminali traendo ispirazione da vicende e persone della vita quotidiana.

Con grandissima soddisfazione sono riuscite a realizzare il loro primo romanzo scritto a quattro mani e a 1400 chilometri di distanza, utilizzando ogni metodo di comunicazione possibile, tranne messaggi in bottiglia e piccioni viaggiatori.
Nel numero speciale Natale 2020 della rivista letteraria Bomarscé potete leggere il racconto “Delitto a maglia bassa” sempre scritto a quattro mani https://www.bomarsce.it/bomarsce-4/

Recensione

Benvenuti fanciulli in questa nuova recensione dedicata ad un libro scritto a quattro mani da due donne che si sono cimentate e immedesimate in una breve ma intensa indagine, proprio come le protagoniste di questa storia. Dal titolo facilmente orecchiabile, alla sua letterale traduzione, avremo un chiarissimo omicidio, svolto e compiuto proprio con un ferro da stiro…sì, miei cari fanciulli, avete letto bene…UN FERRO DA STIRO. Ma, andiamo per gradi.

La storia viene ambientata in un paesino tutto chiacchiere e bisbigli, lontano dalla caotica Roma, travolto da una notizia schioccante, come Barbara D’Urso la domenica pomeriggio: nel Belvedere un’omicidio scandalizza tutta la città, un cadavere viene rinvenuto da un luogo impensabile e soprattutto dall’arma discutibile: un colpo violento con un ferro da stiro ha ucciso il povero Rodolfo Bonci. Una pozza di sangue conferma questa triste realtà. La città è letteralmente nel panico, concentrando una diabolica realtà sotto i nostri occhi. Tutti sono scandalizzati e preoccupati ma solo due donne hanno una domanda che ronza nella loro testa: chi ha ucciso Rodolfo Bonci?

Chiunque di noi si sarebbe fermato qui, lasciando alle forze dell’ordine l’arduo compito di indagare su questo caso e scoprire se si tratta di un caso isolato oppure di un serial killer…invece no!!! Perché Olivia e Rebecca sono troppo curiose per rimanere ferme e non captare ogni piccolo indizio sfuggito alla polizia, perché possiedono una cultura fatta di caffè corretto alla Camilleri e soprattutto sono talmente tanto ostinate che lo stesso commissario Montalbano vuole assumerle nella sua squadra. Ebbene sì, questa due donzelle che possiedono una discrezione paragonabile alla loro caparbietà, vi lasceranno senza parole perché porteranno la vostra esasperazione all’umore nero dello stesso maresciallo Rocca che dovrà sopportare non solo l’invadenza da genitori incalliti, ma soprattutto, da invadenti guasta feste.

Un libro ragionato con la consapevolezza di smorzare le mille etichette intorno al genere e alleviale la propria seriosità, un po’ come il concetto adoperato dal grande maestro Camilleri nei suoi personaggi. Un paesino fatto da quattro gatti, dove ognuno osserva avanti e dietro di se con sospetto e non riesce a pronunciare un suono senza che l’altra metà del paese non lo venga a sapere. Quel senso di oppressione che creano i luoghi di provincia. Ogni singolo personaggio viene mostrato nella sua completezza, amplificato da situazioni surreali e al limite del “legale” ahahah dove le due protagoniste avranno piede libero (in tutti i sensi) di captare e tradurre tutti i pettegolezzi che ruotano sul caso, abbiamo troppo da conoscere e poco tempo a disposizione, vista la lunghezza del manoscritto.

L’utilizzo di questa “leggerezza” nella scrittura, porta il lettore a non sentirsi mai fuori luogo o incapace di interpretare gli indizi perché le due autrici hanno cercato di far parlare i personaggi per il lettore, senza troppi giri di parole o enigmi pintalici rimanendo sempre con i piedi per terra. Fluido e chiaro nella sua semplicità, risulta ritmato e costante per tutta la storia.

L’unico punto che risulterà personale per ogni lettore, è il rapporto stesso con le protagoniste. Essendo molto “evidenti” e “presenti”, sono i classici personaggi che o ami oppure odi perché chiassose, impiccione e mai capaci di ascoltare gli ammonimenti, portando il lettore a lottare per loro oppure chiudere il libro. Essendo così predominanti, rimane soggettivo il proprio parere. Nel mio caso ci sono stati alcuni momenti che non riuscivo a sopportarle ahahah ma a mia discolpa, mi reputo una persona molto riservata e poco incline al pettegolezzo, ma nel complesso, sono riuscita quasi a tifare per la riuscita del caso che si conclude con un grande colpo di scena. Occhio a qualche refuso e orari da evidenziare, renderà ancora più completa la propria lettura. Ottimo qualità prezzo per il cartaceo, un pelo caro il digitale (essendo con casa editrice).

Un libro che consiglio a chiunque non ami particolarmente i gialli violenti o “impressionabili” ma desidera curiosare in tranquillità, avete trovato quel libro che fa la differenza. Le autrici sono state brave a mixare i loro stili e conciliare il tutto. Un ottimo acquisto.

Alla prossima dalla vostra CAPPELLAIA MATTA.

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